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Capitale della Cultura, Baveno e Stresa sostengono Verbania

“La città compete per rappresentare un territorio più ampio che vede nel turismo e nella cultura due binari fondamentali nel percorso di crescita morale ed economica di questa terra”

“La presenza della Città di Verbania tra le dieci finaliste per la nomina della Città della Cultura 2022 non ci sorprende assolutamente: Verbania, capoluogo della nostra splendida provincia, non rappresenta evidentemente solo se stessa e la sua proposta culturale”. Lo affermano i sindaci di Stresa e Baveno insieme Alessandro Monti e Marcella Severino, con i rispettivi assessori alla Cultura Emanuele Vitale e Maria Grazia Bolongaro.

Che proseguono: “Quando si parla di Verbania Capitale della Cultura non si può e non si deve immaginarla rinchiusa nei propri confini municipali. Verbania compete per rappresentare, evidentemente, un territorio più ampio che vede nel turismo e nella cultura due binari fondamentali nel percorso di crescita morale ed economica di questa terra.

Le parole dell’On. Vittorio Sgarbi ci sorprendono e lasciano delusi: proprio Sgarbi è stato per tutta l’estate 2019 ripetutamente ospite della nostra terra per spettacoli, mostre ed eventi durante i quali, senza alcuna preferenza politica, ha raccontato al pubblico il grande contributo che questa terra ha dato e da per lo sviluppo del patrimonio turistico, culturale e architettonico non solo dell’Italia, ma del mondo intero.

Dalle Isole Borromee al passo del Sempione, dall’alto Lago Maggiore fino alle sponde del Lago d’Orta, passando per quello di Mergozzo, la nostra provincia vive da secoli di bellezze e della capacità di raccontarle ai propri visitatori.

È sui nostri graniti che si erge tutta la bellezza di grandi monumenti come il Duomo di Milano, le nostre acque e i nostri sentieri sono stati d’ispirazione per letterati, musicisti e pensatori di ogni tempo.

Verbania, dunque, non è da sola e sebbene l’iter procedurale della candidatura imponga la presentazione di un dossier limitato quasi esclusivamente alla Città, saprà rappresentare al meglio tutto il territorio e le sue bellezze, a partire dal fiore all’occhiello del VCO: il Golfo Borromeo.

Luogo meraviglioso e unico al mondo, che nella regione Piemonte è secondo solo alla Città di Torino per presenze turistiche.

Le sponde del Golfo Borromeo sono le prime che i viaggiatori del Grand tour incontravano scendendo dalle vallate dell’Ossola e, al contempo, le ultime prima di affrontare le Gole di Gondo ed il Passo del Sempione. Da secoli, dunque, ancor prima di moltissime altre terre, il VCO è porta d’Europa della Cultura.

Nel 1845 lo scrittore, pittore, poeta e critico d’arte britannico John Ruskin scrisse. (…) Sarebbe meglio che la gente facesse come abbiamo fatto noi l’anno scorso: vedere le Isole Borromee e tornare indietro. Non c’è niente al sud che sia così italiano, così adorabile. Dopo gli oliveti contorti di Firenze, i grandi boschi di castagni di Baveno fanno un grande effetto. (…) Non vi è posto come questo assolutamente – è delizioso al di là di ogni immaginazione. Mi sento molto più in Italia qui che a Firenze, e gli effetti sul Lago e sulle montagne sono così piacevoli da darmi gran pena perché non riesco a riprodurli (…) La gente di qui non è spiacevole: sembra più industriosa di quasi tutti gli altri italiani, e perciò di miglior umore e maniere”.

Pubblicato il 21 Novembre 2020
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