Web tax e una campagna promozionale per aiutare il piccolo commercio del Piemonte
Un aumento dell'aliquota per i colossi del web con l'obiettivo di risarcire i piccoli commercianti di parte delle loro perdite
Parte dalla Regione Piemonte una proposta per elevare le aliquote della web tax per i colossi del commercio online, quelli con ricavi da 750 milioni di euro in su, portandola al 15% in tempi “normali” ed elevandola al 30% durante i lockdown dettati dall’emergenza Covid.
L’obiettivo, ha annunciato il presidente Alberto Cirio subito dopo l’approvazione in Giunta dell’apposito disegno di legge e dopo un incontro con gli operatori, è arrivare a portare la proposta all’approvazione del Consiglio regionale del Piemonte e poi inviarla in Parlamento come modifica alla tassazione al 3% prevista dalla legge di bilancio del 2019, rafforzando la richiesta con il parere favorevole di altri Consigli regionali.
Il ricavato avrà un vincolo di destinazione: il risarcimento dell’80% del fatturato del 2019 per i negozi sottoposti alle limitazioni dell’attività a causa dell’emergenza sanitaria. «I soldi – ha chiarito Cirio – li daremo tutti ai piccoli commercianti: bar, negozi, qualsiasi esercizio con sede fissa e vendita diretta, elemento fondamentale anche per la vitalità delle nostre città. Non solo a chi è stato chiuso, ma anche a chi è rimasto aperto ma comunque danneggiato. Nella web tax proposta dal Piemonte non ci sono colorazioni politiche particolari, ma solo la colorazione del buon senso, dell’equità, e della giustizia. Al Consiglio regionale piemontese chiedo di seguire per l’approvazione la via più spedita, in modo di arrivare al via libera entro fine anno. Occorre la collaborazione di tutti, ci interessa che questa sia la proposta del Piemonte, non la proposta di un singolo».
«Sono un liberale, ma esserlo vuole dire garantire a tutti di partire dallo stesso punto – ha sostenuto Cirio -. Perché l’e-commerce ha aumentato del 31% le vendite dall’inizio dell’anno? Non perché è più bravo, ma perché i competitori erano chiusi a causa del Covid. Se guadagni di più noi ti facciamo i complimenti, ma se lo fai perché agli altri è impedito di lavorare per una decisione dello Stato necessaria per tutelare salute pubblica, allora c’è una distorsione della concorrenza. Ed è proprio questa distorsione che la nostra proposta di modifica della web tax intende correggere».
Riguardo alla somma disponibile, il presidente ha precisato che «in tempi normali entrerebbero nelle casse dello Stato due miliardi e mezzo di euro, stima prudenziale, da confrontare con i circa 700 milioni previsti con l’aliquota attuale al 3%. Per tutte le transazioni fatte durante i periodi di lockdown, l’aliquota che prevediamo raddoppia dal 15% al 30%. Avremmo così introiti ancora più significativi».
Riapertura dei negozi
Il Piemonte sta lavorando anche alle linee guida per la riapertura in sicurezza dei negozi, guardando ai giorni in cui la Regione dovrebbe vedere allentate le attuali restrizioni da Zona Rossa e al ponte dell’Immacolata. «Noi vogliamo riaprire – ha affermato Cirio – ma vogliamo farlo per sempre: non possiamo più correre rischi, e ce lo chiedono gli operatori per primi. Per raggiungere questo obiettivo serve una modalità di vita che cambia, con più regole e consapevolezza. Stiamo discutendo con gli operatori le linee guida per la riapertura. Ora abbiamo necessità di rimanere 14 giorni con i dati Covid da Zona Arancione per poterlo diventare effettivamente, e questa scadenza è venerdì 27».
«Il nostro obiettivo è quello di arrivare con le serrande aperte al momento delle ricadute positive del Recovery Fund – ha aggiunto l’assessore piemontese ai rapporti con il Consiglio regionale, Maurizio Marrone – il mandato preciso del massimo coinvolgimento di tutti. Inizieremo presto con tutti i gruppi consiliari l’approfondimento necessario per arrivare ad una approvazione che ci confermi prima Regione in Italia a presentare questo stimolo al Parlamento nazionale».
Una campagna per i negozi di vicinato
Il presidente e l’assessore al Commercio, Vittoria Poggio, hanno quindi anticipato che il 1° dicembre partirà una campagna per la promozione dei negozi di vicinato.
«Vogliamo tenere le luci accese nelle città – ha proseguito Poggio – e tenere vivo il nostro tessuto produttivo, che ha un valore attrattivo anche per il turismo. Una luce accesa è anche sinonimo di sicurezza. Utilizzeremo anche dei testimonial per sensibilizzare i consumatori a fare acquisiti nei negozi tradizionali, dove troviamo rapporti umani e di relazione che fanno bene alle persone. Per sostenere il commercio di vicinato, che è stato fortemente compromesso, daremo il via ad una campagna di sensibilizzazione per esortare i cittadini a fare gli acquisti nei propri quartieri, laddove c’è una presenza significativa per la comunità di commercio, artigianato e servizi. Ci sono attività che rischiano di scomparire per sempre: la comunità deve rendersi responsabile facendo gli acquisti nei negozi di vicinato, dando così continuità al tessuto produttivo delle città e dei paesi».
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