Dimezzate le multe, aumentati i reati a Domodossola
Resa nota l'attività della Polizia locale: il calo degli introiti dovuto principalmente al lockdown
Come ogni anno è stata presentata la relazione delle attività svolte dalla Polizia Locale di Domodossola.
La prima cosa che balza all’occhio guardando le tabelle allegate è la flessione di quasi tutte le voci: gli incidenti rilevati sono stati 42 (otto con feriti) contro i 52 del 2019. Praticamente dimezzato il numero di contravvenzioni emesse per violazione del codice della strada: 5.953 contro le 11.925 del ‘19 che hanno portato ad un introito di 180.408 euro a fronte dei 342.023 dell’anno precedente.
Uno dei dati più notevoli è l’aumento del 80% delle contravvenzioni comminate a causa dell’uso del telefonino alla guida: si è passati da 67 a 121.
A far da contraltare è la diminuzione dei veicoli circolanti senza revisione, si è passati da 194 a 31.
La causa di questa forte diminuzione non è da imputarsi ad un minor lavoro degli agenti domesi o dall’improvviso ravvedimenti di automobilisti, semplicemente con il lockdown imposto per arginare l’avanzare della pandemia di Covid sono circolati molti meno automobilisti.
Proprio per questo motivo uno dei maggiori impegni della Polizia locale è stato quello di informare la cittadinanza sulle norme inerenti alla prevenzione del contagio da Coronavirus, gli agenti hanno inoltre riscontrato 72 violazioni.
Sono stati numerose anche le indagini che hanno portato alla segnalazione alla Procura della Repubblica di 51 reati: i più emblematici sono il riconoscimento di svariati autori di danneggiamenti e vandalismi, la denuncia di tre persone che hanno fatto esplodere una bombacarta in piazza Mercato ferendo il timpano di una signora, diverse persone denunciate per molestie e disturbo alla persona, una denuncia per guida in stato di ebrezza.
I risultati del servizio di polizia giudiziaria sono stati portati a termine anche grazie all’implementazione del sistema di videosorveglianza voluta dal Comune di Domo e finanziato dal Ministero dell’Interno dopo la valutazione positiva del Patto per la Sicurezza “Custodes Domus”.
Il documento vuole anche evidenziare che, nello svolgimento delle funzioni fondamentali di polizia municipale e polizia amministrativa locale, permangono numerose criticità: resta precluso alla Polizia locale l’accesso diretto alla banca dati ministeriale con i dati dei precedenti giudiziari delle persone oggetto dei controlli di polizia; rimane sospeso l’accesso massivo al database dei veicoli rubati (utilizzato da molti Comuni dotati di impianti di videosorveglianza con strumenti di lettura targhe veicolari); in difformità dalle previsioni del Codice dell’Amministrazione digitale, per tutte le Polizia locali risultano tuttora a pagamento i collegamenti ai database informativi ministeriali, l’uso delle infrastrutture radio e telefonia, la tassa di proprietà ed pedaggi autostradali e gli altri oneri connessi alla gestione dei veicoli adibiti ai serviz di polizia stradale; l’adesione di alcuni strumenti di autotutela è tuttora preclusa al personale delle Polizia Locale dei Comuni di minori dimensioni; le funzioni degli operatori della Polizia locale rimangono soggette a limitazioni territoriali che incidono sull’operatività 24h, sul porto dell’arma di servizio e, soprattutto, impediscono la realizzazione di un sistema davvero integrato di sicurezza operativo su tutto il territorio nazionale, che veda la partecipazione delle Polizie locali di tutte le regioni; per gli oltre 60 mila operatori della Polizia Locale1 italiana, nonostante svolgano funzioni condivise2 rimangono disparità di trattamento rispetto alle altre forze dell’ordine statali, inserite invece nel “comparto sicurezza” e con le quali la Polizia locale è costantemente chiamata a collaborare.
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