In Piemonte ci si vaccinerà contro il Covid dal medico di famiglia
Si dovrà però attendere l'arrivo dei vaccino Astra Zeneca. Cirio: "Tra i primi in Italia, pronti alla vaccinazione di massa"
In Piemonte i vaccini anti Covid-19 passeranno da farmacie e medici di famiglia. È quanto prevedono due accordi conclusi tra la Direzione Sanità della Regione e le rappresentanze di categoria.
Per quanto riguarda i medici, l’accordo è stato siglato nel pomeriggio di ieri con i sindacali di categoria (Fimmg, Snami, Smi e Intesa sindacale) alla presenza del presidente Alberto Cirio e dell’assessore Luigi Genesio Icardi.
Un passaggio che scatterà nelle prossime settimane. Dal punto di vista operativo, infatti i medici entreranno in azione non appena sarà disponibile il vaccino Astra Zeneca (la cui validazione è attesa a fine gennaio con prima consegna alle Regioni intorno al 10 febbraio), o un altro con analoghe caratteristiche, poiché consente la conservazione in normali frigoriferi, compatibili quindi con la somministrazione nei propri studi, nelle strutture messe a disposizione delle aziende sanitarie o dagli enti locali e al domicilio degli assistiti.
In prima battuta provvederanno alla vaccinazione delle persone in età avanzata, iniziando dagli ultra80enni, e di quelle non deambulanti già seguite presso il proprio domicilio che si sono già sottoposte alla vaccinazione antinfluenzale. Un coinvolgimento che aumenta la protezione anche delle persone con fattori di rischio clinici, vista la prevalenza di comorbidità, mentre il rapporto di fiducia che lega gli anziani al medico consentirà di ottenere una maggiore copertura. Nelle fasi successive il target di popolazione da vaccinare seguirà le indicazioni nazionali e regionali.
Si prevede di rivolgere particolare attenzione ai soggetti “scettici” e a quelli che non risponderanno, che saranno contattati e informati sull’importanza della somministrazione del vaccino, sulla sua sicurezza e sulle controindicazioni temporanee. I medici potranno vaccinare non solo gli assistiti in carico, ma anche altre persone comunque residenti nel territorio dell’Asl di riferimento. Sarà ammessa l’adesione dei medici di continuità assistenziale, su base volontaria, in orario diurno e feriale. A tutti verrà corrisposta la medesima remunerazione, 6,16 euro ad inoculo (più oneri), come da contratto nazionale. Per la Regione Piemonte si stima un impegno finanziario tra i 30 e i 40 milioni di euro, calcolando, secondo i parametri nazionali, una platea tra i 2 e i 3 milioni di persone a carico dei medici di famiglia e tenendo conto anche dell’inoculazione della dose di richiamo.
I contenuti dell’intesa hanno portato il presidente Cirio a dichiarare che “il Piemonte è pronto alla vaccinazione di massa attraverso le sue oltre 3.200 ‘sentinelle’ sul territorio, cioè i medici di famiglia” e a dirsi “grato a tutti perché il Piemonte è tra le prime Regioni a siglare un accordo di questo tipo, che ci permetterà di raggiungere in modo capillare tutti i cittadini e in particolare le fasce più fragili. Il Piemonte ci crede e sta mettendo il suo massimo impegno, perché prima vaccineremo tutti e prima usciremo da questa grave crisi”.
Nella serata è stato siglato anche l’accordo con Federfarma e Assofarm per il coinvolgimento delle farmacie, che riguarda in particolare due aspetti fondamentali del sistema vaccinale come la logistica e la somministrazione diretta delle dosi.
I farmacisti potranno così occuparsi dello stoccaggio, della distribuzione e della consegna su prenotazione dei vaccini ai medici di medicina generale, secondo le collaudate procedure utilizzate nella campagna antinfluenzale (per questa operazione la Regione ha stanziato un milione di euro).
In più, la somministrazione del vaccino potrà avvenire direttamente in farmacia con la supervisione di un medico, secondo quanto previsto dall’articolo 1 comma 471 della legge di Bilancio statale. Le inoculazioni verranno retribuite dalla Sanità pubblica come quelle effettuate dai medici di medicina generale (circa 6,50 euro ciascuna).
Come nel caso dei medici di medicina generale, per il coinvolgimento dei farmacisti nel sistema della vaccinazione anti-Covid19 bisognerà attendere la disponibilità del vaccino AstraZeneca (o altro con analoghe caratteristiche), che consente la conservazione con i normali frigoriferi.
«Rimettiamo in pista il collaudato tandem farmacisti-medici di famiglia, che in appena due mesi ha permesso di vaccinare quasi un milione di piemontesi contro l’influenza. Un sistema di distribuzione e somministrazione che ha dimostrato di funzionare bene e che sarà determinante anche sul fronte del Covid-19”, ha commentato l’assessore Icardi dopo la firma, aggiungendo che “è un risultato strategicamente molto importante, perché ribadisce il ruolo di primo piano dei farmacisti nell’ambito della medicina territoriale, consentendo una copertura vaccinale assolutamente capillare ed efficace”.
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