Wwf Italia: “Solidarietà all’autore del libro sul lupo minacciato all’Alpe Devero”
«La coesistenza con le attività umane, si costruisce col dialogo e con scelte razionali, come dimostrano gli eccellenti risultati di progetti come Pasturs e le attività di prevenzione dei danni da predatori»
Dopo i fatti di giovedì 12 agosto all’Alpe Devero, dove un gruppo di allevatori e manifestanti ha portato gli organizzatori ad annullare la presentazione del libro “Osso la Lupa – Uomini e lupi sulle Alpi”, Wwf Italia esprime la sua solidarietà all’autore Matteo Antonio Rubino.
Wwf Italia aveva patrocinato il libro per il suo valore formativo. «Impedire – commenta Marco Galaverni, direttore Programma e oasi del Wwf Italia – la presentazione di un’opera letteraria, qualunque ne sia la motivazione, è una sconfitta sociale e triste ricordo di epoche buie, in particolare se con minacce e atteggiamenti violenti, anche solo verbalmente. In particolare in questo caso, in cui l’opera vuole favorire la conoscenza del ritorno del lupo in ambienti alpini dopo decenni di assenza, preparando la popolazione locale per favorire la coesistenza tra il predatore e le attività tradizionali, già messe a dura prova da un sistema di sussidi che favorisce grandi investimenti a scapito dei piccoli agricoltori».
«Atteggiamenti come quello dimostrato dal comitato ossolano – prosegue Galaverni – sono semplicemente inaccettabili ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà all’autore, che ha dedicato due anni di lavoro alla stesura del romanzo e ha scelto di devolvere tutti i proventi a progetti di coesistenza tra uomini e lupi. E non fa certo un buon servizio agli allevatori chi soffia sul fuoco della polemica, mettendoli in apparente contrapposizione anziché favorendo il dialogo».
A poche decine di chilometri di distanza, sulle Alpi Orobie Bergamasche, il Wwf sostiene progetti come Pasturs, che vedono volontari e allevatori spalla a spalla, per aiutarli nella vita d’alpeggio e in particolare nella gestione degli strumenti di prevenzione dei possibili danni da predatori. «Danni – spiega l’organizzazione – che si possono contenere efficacemente solo con misure tecniche razionali, come l’uso di cani da guardiania ben addestrati e recinzioni elettrificate mobili, oltre alla presenza costante del pastore, come dimostrano le innumerevoli realtà in cui sono state messe in campo quasi azzerando i danni».
«Uomini e lupi sulle Alpi – conclude Galaverni- sono parte dello stesso, fragile ecosistema che dobbiamo tutelare al meglio, tanto dai cambiamenti climatici quanto da un sistema di produzione alimentare che a livello globale è divenuto ormai insostenibile».
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