Bocciato il progetto “Valgrande Bike”. No alla posa delle statue a Piancavallone
L'Ente Parco ha respinto l'intervento sottolineando la priorità di tutelare il carattere naturale e selvaggio dell'area protetta, preservando l'unicità del paesaggio e promuovendo la conservazione degli habitat e delle specie presenti
Respinto il progetto “Valgrande bike”. L’Ente Parco Nazionale della Val Grande ha reso noto di aver stabilito che “non è possibile escludere che il progetto presentato dall’Unione Montana Valgrande e del Lago di Mergozzo possa pregiudicare l’integrità del sito”.
Il progetto “Valgrande bike – assetto della rete ciclo-escursionistica del territorio dell’Unione, con interventi di integrazione e valorizzazione, finalizzato all’incremento della fruizione sostenibile del territorio montano” era finalizzato all’istituzione di un itinerario ciclo-escursionistico con l’adeguamento dei percorsi e realizzazione di nuovi tracciati oltre che un intervento di land-art sul crinale di Piancavallone, consistente nell’installazione di 10 statue dalle fattezze umane in grandezza naturale (foto in basso), proposta, quest’ultima che aveva fatto molto discutere.
Nel dettaglio, come comunicato dal Parco, “La relazione tecnica ha evidenziato che il progetto avrebbe comportato significative interferenze con l’integrità del sito e con la conservazione degli habitat e delle specie (alcune delle quali di interesse comunitario) presenti nella zona di protezione speciale e nella zona speciale di conservazione del Parco. Gli interventi avrebbero dunque rischiato di alterare l’unicità del paesaggio per cui è stato istituito il Parco Nazionale della Val Grande. In particolare, sono state sollevate preoccupazioni riguardo al rischio di erosione del suolo, all’alterazione del patrimonio naturalistico, e all’impatto sulla biodiversità causato dalla realizzazione e frequentazione degli itinerari ciclo-escursionistici, soprattutto in relazione all’utilizzo di biciclette elettriche (e-bike)”.
La decisione del Parco Nazionale, basata su valutazioni tecniche approfondite, è allineata alle norme di conservazione ambientale, con particolare considerazione alle recenti politiche europee incentrate sulla tutela della biodiversità e tese a promuovere uno sviluppo sostenibile. L’Ente Parco sottolinea la priorità di tutelare il carattere naturale e selvaggio dell’area protetta, preservando l’unicità del paesaggio e promuovendo la conservazione degli habitat e delle specie presenti. La decisione, basata sul principio di precauzione, pur riconoscendo la necessità di favorire lo sviluppo economico del territorio protetto, pone innanzitutto l’accento sulla tutela dell’ambiente.
“A tal fine, come richiesto dalla Comunità del Parco, risulta importante arrivare a definire il Piano per il parco e il Regolamento del parco, strumenti attesi da anni e previsti dalle Legge quadro sulle aree protette che consentono di stabilire quali attività possano essere svolte nelle diverse aree del Parco e con quali modalità – sottolinea il presidente Luigi Spadone – perché è ovvio che le zone più esterne così come molte aree comprese nei nuovi confini sono praticamente antropizzate e non possono essere considerate allo stesso modo delle zone più interne. La stesura del Piano per il parco passa, peraltro, attraverso un percorso condiviso che vede coinvolti tutti i portatori di interessi, dalle pubbliche amministrazioni alle associazioni ambientaliste: l’unico modo per consentire al Parco di essere luogo di tutela ma anche motore si sviluppo”. Il Parco Nazionale della Val Grande, nel suo impegno a preservare l’ecosistema e la vita naturale, continua a lavorare per garantire una gestione sostenibile e rispettosa dell’ambiente, consentendo fruizione e attività compatibili con le finalità istituzionali dell’area protetta.
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