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Tre indagati per la tragedia alla teleferica di Calasca. Impianto sotto sequestro

Nell'incidente del 4 luglio scorso morì una donna di 41 anni. I Carabinieri hanno appurato che l'impianto era «carente di qualsiasi requisito di sicurezza»

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Sono tre le persone indagate per la tragedia avvenuta a Calasca Castiglione (Vco) in cui ha perso la vita una donna di 41 anni, Margherita Lega. I fatti risalgono alla tarda mattinata del 4 luglio scorso, in località Olino. Sul posto erano intervenuti il personale del 118, Vigili del Fuoco e del soccorso alpino della Guardia di Finanza e i carabinieri della Stazione di Bannio Anzino per l’avvio degli accertamenti volti a ricostruire la dinamica del tragico evento e stabilire se e quali fossero le responsabilità dell’accaduto.

Le prime ricostruzioni hanno permesso di appurare che la donna stava utilizzando una teleferica che i militari definiscono «pericolosa» per caricare i bagagli sulla barella dell’impianto, a valle, prima di raggiungere poi a piedi la cima, dove avrebbe trascorso una vacanza con la famiglia. Improvvisamente la barella ha iniziato a muoversi verso monte, poiché azionata nella parte superiore da un’altra persona che abita la località sovrastante, ignaro della presenza di altri a valle. Per effetto del movimento la donna è rimasta aggrappata alla stessa, sospesa nel vuoto e dopo pochi metri, esausta, ha lasciato la presa cadendo nel dirupo sottostante.I carabinieri hanno identificato le persone presenti a monte dell’impianto teleferico, in particolare la persona che aveva azionato la carrucola, la quale al termine della giornata è stata formalmente indagata per omicidio colposo.

Le indagini

Le attività successive condotte dai carabinieri di Bannio Anzino con i carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria, coordinate dalla Procura di Verbania, che per l’occasione ha nominato anche un consulente tecnico per esaminare la struttura incriminata, hanno permesso di appurare che la teleferica fosse gravemente carente di qualunque requisito di sicurezza, secondo le previsioni normative in materia di sicurezza nonché in relazione alla disciplina generale riguardante gli impianti a fune. Questo sin dalla sua messa in esercizio dato che mancava persino di un progetto del collegamento.

Sequestrato l’impianto

Così oltre alla prima persona la Procura ha iscritto nel registro degli indagati altre due persone, ovvero il proprietario della baita che aveva invitato la famiglia per la vacanza e che aveva indicato di utilizzare l’impianto per caricare i bagagli, nonché un’altra persona, titolare della concessione dello stesso impianto in quanto avrebbe dovuto completare l’opera perfezionandola di tutti gli aspetti relativi alla sicurezza, già all’atto dell’istallazione avvenuta circa 10 anni fa. La teleferica era stata inizialmente utilizzata per trasportare a monte la legna per le necessità degli abitanti delle diverse baite. Contestualmente all’iscrizione degli altri due indagati il GIP del Tribunale di Verbania ha disposto il sequestro preventivo dell’impianto, anche per inibire l’utilizzo dello stesso ed evitare così che altre persone possano correre gli stessi rischi che hanno provocato l’incidente mortale lo scorso mese.

Pubblicato il 28 Agosto 2024
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