Eredità contesa al canile municipale: gli “Amici degli animali” ricorrono in appello
La sentenza del Tribunale civile li ha esclusi dall’asse ereditario di Gianpiero Munari
Gli “Amici degli animali” ricorrono alla Corte d’Appello di Milano contro la sentenza del Tribunale civile del capoluogo lombardo che li ha esclusi dall’asse ereditario di Gianpiero Munari, il facoltoso cittadino milanese con proprietà immobiliari nel Verbano che nel testamento, depositato in uno studio notarile nel 2002, aveva indicato tra i beneficiari il Rifugio del cane. Per “Rifugio del cane”, ha stabilito la sentenza di primo grado, s’intende il canile municipale, non il gestore pro tempore.
La presidente dell’associazione, Loredana Brizio, contattata dopo la morte di Munari, deceduto nel 2012, dallo studio notarile aveva accettato l’eredità. Ma nel 2016 un parente di quinto grado del Munari aveva impugnato il testamento rivendicando l’intero patrimonio. È allora che il Comune di Verbania s’è inserito nella vicenda giudiziaria, rivendicando per sé -in quanto ente proprietario della struttura- l’inserimento nell’asse ereditario. Comune di Verbania, Amici degli animali e gli altri beneficiari del testamento Munari (Martinitt e Stelline, Pio Albergo Trivulzio, Ente nazionale protezione animali) si sono opposti in giudizio al parente di quinto grado condannato in primo grado a risarcire le spese legali a tutti.
Ma, per ciò che riguarda l’asse ereditario, il diritto è stato riconosciuto al Comune di Verbania. In appello ha presentato ricorso anche il parente. La giunta ha deciso di costituirsi parte civile sia contro gli Amici degli animali che contro il parente.
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