”La riduzione dei parlamentari va abbinata ad una legge equilibrata e rappresentativa come il proporzionale”
Referendum, Enrico Borghi: ''La rappresentanza dei territori deve essere attribuita al Senato”
È la volta di Enrico Borghi, deputato del Pd, partito che è al Governo del Paese. Anche con lui parliamo del voto sul referendum per il taglio dei parlamentari.
Borghi, cosa voterà al referendum?
“Serve una riflessione ponderata. Come Pd abbiamo votato tre volte no ad un taglio fatto a casaccio, utile solo per alimentare una demagogia dannosa e votato da tutte le destre più i 5 stelle. Quando si pose la necessità di fermare la deriva dei “pieni poteri” di Salvini, ai grillini che ci ponevano questo tema come essenziale dicemmo che questa riduzione doveva stare dentro una armonica e organica sistemazione dei poteri. Per questo mettemmo sul campo, ottenendo garanzie, l’esigenza di accompagnare la riduzione del numero dei parlamentari con una legge equilibrata e rappresentativa, come il proporzionale, a cui si aggiungesse la modifica delle circoscrizioni del Senato per garantire la rappresentatività nelle regioni piccole, l’armonizzazione tra parlamentari e delegati regionali per l’elezione del Presidente della Repubblica e la riforma dei regolamenti parlamentari. Constato che sin qui non è stato fatto nulla. E questo è un elemento che induce ad una riflessione ulteriore e a un a un supplemento di riflessione. Non si tratta di un capriccio, ne’ di un patto leonino. Qui è un gioco la democrazia, e la sua qualità. Per questo sbagliano quelle forze politiche che per tatticismo alimentano un inesistente scontro tra esigenze di riforme economiche e di riforme costituzionali. Vanno fatte entrambe, e bene. C’è ancora tempo per porre mano almeno in prima lettura alla legge elettorale, e chi oggi si è rimangiato un accordo che stava alla base della creazione della maggioranza di governo spero rifletta”.
Ma questo taglio non rischia di penalizzare i territori marginali come la nostra provincia?
“Questo è un tema vero. Se si fosse attuata la riforma del Titolo V, con Regioni più attente ai territori e riparto delle competenze amministrative agli enti locali, il rischio non si porrebbe. Oggi un parlamentare -che deve fare leggi e politica- si deve occupare di cose improprie perché lo Stato vuole gestire troppo, e male. Che senso ha che si debba operare a Roma per sbloccare i lavori del porto di Verbania perché al ministero dell’ambiente sono fermi per una VAS, o che si debba inseguire il dirigente di turno dell’Anas per sbloccare un appalto? Queste cose devono essere trasferite sul piano regionale e locale, ed è quello a cui stiamo lavorando con l’attuazione della autonomia differenziata. Con regioni più snelle e più adeguate, ed enti locali più strutturati, potremmo tornare ad avere un Parlamento che si occupa di fare buone leggi e buona politica. E in questo contesto ci sta anche la rappresentanza dei territori, che a mio avviso dovrebbe essere attribuita ad un ramo del Parlamento come il Senato”.
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