Il realismo moderno di Franco Radice
Al Civico Museo Parisi Valle la prima mostra antologica dell'artista vissuto sulle sponde del Lago Maggiore
Giunse sulle sponde del Lago Maggiore nei primi anni Settanta e trovò nella bellezza e nella tranquillità di quei luoghi la situazione ideale per coltivare la sua passione per l’arte, lontano dai clamori della mode e della critica. Franco Radice fu pittore di paesaggio, natura e scene di genere legate al mondo contadino della provincia, ma con un occhio attento anche alle problematiche sociali affrontate, negli stessi anni, dai maestri italiani impegnati nelle denunzie dei drammi del secondo dopoguerra.
Il Civico Museo Parisi-Valle di Maccagno gli dedica dal 17 settembre una mostra personale che presenta per la prima volta un percorso antologico alla scoperta della sua figura e della sua opera, curata da Chiara Gatti e Federico Crimi.
Attivo a Campagnano di Maccagno, dove si trasferì dopo dieci anni di attività nella manifattura di ceramiche Vecchia Milano da lui fondata nel 1965 a Trezzano sul Naviglio, coltivò la passione per l’arte fatta di citazioni della grande stagione espressionista europea, tradita da una tavolozza di colori accesi, acidi nello stile dei tedeschi, e caramellosi, dorati e rosati, in ricordo di Matisse e delle "belve" di Parigi. Lezione votata a temi di grande attualità, quando Radice affronta i soggetti cari, per esempio, a Guttuso e compagni, della vita nelle fabbriche o nei campi, degli operai in picchetto davanti agli stabilimenti, o delle mondine con la schiena spezzata dalla fatica e il sole a picco sopra i grandi cappelli di paglia.
Tradizione e modernità viaggiano all’unisono nella sua produzione degli anni sessanta e settanta.
La ricerca formale dialoga con contenuti schierati e pungenti. Ma bisognerà attendere il decennio seguente per veder emergere un verbo forse più personale, intimo e inedito. Sono le scene rubate all’esistenza quotidiana – memori forse dell’esperienza vissuta dai realisti esistenziali milanesi – a rappresentare allora lo stimolo per una nuova ricerca estetica.
Il colore irreale degli esordi, i rosa "francesi", vengono ora piegati all’esigenza di svelare sentimenti segreti, nei ritratti delle persone amate, nelle silhouette allungate delle donne ritagliate sui tramonti lacustri, ma anche negli scorci boschivi dove grandi chiome d’alberi sconfinano nell’astratto e diventano macchie di colore istintivo sulla tela che aumenta di dimensione.
La vena narrativa, quella che vede Radice soffermarsi a indagare piccole scene dell’umana esistenza, fra volti di bambini e personaggi ai margini, si coniuga ora con l’interesse per la composizione, per i ritmi perfetti nella struttura delle immagini, come dimostra uno dei suoi capolavori, Le zucche del 1990 (nella foto), in cui il soggetto ritratto diviene puro pretesto per un’immagine solida, dominata da un gesto informale e, insieme, da una ricerca spaziale assoluta.
Franco Radice
Maccagno (VA), Civico Museo Parisi – Valle, via Leopoldo Giampaolo, 1
17 settembre 2011 – 30 ottobre 2011
orari: giovedì, venerdì, sabato e domenica 10.00 – 12.00 / 15.00 – 18.00
ingresso gratuito
Inaugurazione: sabato 17 settembre ore 17
www.museoparisivalle.it
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