Chiara Giovani 2012, su otto finalisti sette sono donne
La giuria popolare ha decretato gli otto finalisti del Premio Chiara Giovani 2012. La graduatoria finale sarà data durante la premiazione a Villa Recalcati domenica 21 ottobre alle 15.30
Degli otto finalisti del Premio Chiara Giovani 2012 , sette sono giovani donne, quasi tutte studentesse. Una sola finalista è di Varese, tutte le altre vengono dalle province di Como e Brescia e dalla vicina Svizzera. Il premio riservato alle giovani leve della letteratura riequilibra dunque la terna tutta maschile del premio principale, riservato ai «big». In questa edizione infatti a contendersi il premio finale sono: Pino Cacucci, Sandro Veronesi e Niccolò Ammaniti.
Dopo che la giuria popolare ha indicato gli otto finalisti del Chiara Giovani, la graduatoria dei vincitori verrà annunciata domenica 21 ottobre alle 15.30 a Villa Recalcati (Varese piazza Libertà 1) durante la cerimonia di premiazione a cui interverrà anche l’attore Andrea Gosetti che leggerà i racconti dei giovani scrittori. Il tema proposto quest’anno per il concorso, riservato a giovani tra i 15 e i 25 anni residenti in Italia e nella Svizzera italiana, era “Keep in touch – Teniamoci in contatto”. Una giuria tecnica composta da Daniela Tam Baj (Presidente), Andrea Giacometti, Marilena Goracci, Riccardo Prando, Stefano Vassere ha selezionato 32 racconti che sono stati pubblicati in un volume edito dall’Associazione Amici di Piero Chiara dal titolo “Keep in touch – Teniamoci in contatto”.
I finalisti sono: Alessandra Buccella, con "Ali" Varese classe 1989, universitaria; Alice Cavinato con "La mano nella mano" Inverigo (CO) classe 1994, studentessa; Susanna Marsiglia, con "Ultimo giorno di lavoro" Binago (CO) classe 1991, lavoratrice; Noemi Nagy con "Portachiavi" Lugano (CH) classe 1996, studentessa; Stella N’Djoku con "Il carillon" Breganzona (CH) classe 1993, studentessa; Sara Pagani con "A presto " Vedano Olona (VA) classe1989, lavoratrice; Filippo Pozzoli con "Tipo che ti voglio bene" Merone (CO) classe 1989, universitario; Valentina Romano con "Lettere da Sarajevo" Calvagese (BS) classe 1993, studentessa.
Ai vincitori saranno consegnati i seguenti premi: 1° 500 euro offerti da Prealpi Servizi; 2° e-book reader offerta da IPER La grande i, Varese; 3° Gioiello DoDo offerto da Gioielleria Dino C, Varese
4° Trolley offerto da Apex, Barasso, Va; 5° Video MP3 offerto da Cameli Coeco, Varese; 6° Parure Faber-Castell offerta da Villa, Varese; 7° Occhiali da sole offerti da Aris, Varese
I riassunti dei racconti dei finalisti:
“Ali” di Alessandra Buccella
Ci sono tanti tipi di contatto; il più immediato, il più facile e il più bello è il contatto fisico, ed esso passa, molto spesso, dalle mani. Le mani sono affascinanti, il rapporto che c’è tra noi e le nostre mani è affascinante. Forse, però, il professor Pini non pensava a questo prima che quell’uomo entrasse dalla porta…
“La mano nella mano” di Alice Cavinato
Michele e Andrea sono compagni di classe e amici per la pelle, ma su una cosa non si trovano d’accordo, sulla nuova compagna, la stravagante Celeste. La ragazza ha una strana mania: si lava spessissimo le mani e indossa sempre un paio di lunghi guanti, per questo i compagni, tra cui Andrea, la giudicano una matta. Andrea però, è di tutt’altra opinione e stringe un legame sempre più forte con Celeste, aiutandola pian piano a superare la sua fobia e a recuperare il contatto con il mondo e con la vita.
“Ultimo giorno di lavoro” di Susanna Marsiglia
Lasciare il lavoro di una vita non è mai facile. Soprattutto se il tuo ufficio comunica con il mondo intero. E quando impari ad amare le storie della gente, quando ascoltare diventa la tua specialità, quando nonostante tutto riesci a sentirti parte dell’umanità, allora andarsene diventa proprio impossibile.
“Portachiavi” di Noemi Nagy
Joele, emarginato dai compagni di scuola, legge le lettere scritte a lui da un vecchio amico, l’unico che tutt’ora gli rimane. Ma le lettere si fanno di volta in volta più strane e Joele scopre di essere spaventato dalla persona che gli era sempre stata così simile e che ora sta cambiando. Un legame molto forte si rompe, e al culmine della follia dell’ultima lettera, Joele prende conoscenza del fatto di essere sempre stato lui a scrivere a se stesso, alla ricerca di qualcuno che lo capisse.
“Il carillon” di Stella N’Djoku
Il carillon è la storia di Mario, un ragazzo autistico che, aiutato dalle circostanze e invaso dalla curiosità per un vecchio carillon, conoscerà per caso il suo vicino di casa, un uomo cieco e addolorato, trasferitosi nella cittadina in cerca di un po’ di pace. I due riusciranno a trovare un modo per comunicare tra loro. Da ciò nascerà una splendida amicizia, che donerà entusiasmo a Mario, farà riaccendere le speranze dell’uomo e permetterà a entrambi di scoprire, pian piano, un nuovo contatto con il mondo.
“A presto” di Sara Pagani
Una ragazza con il vizio di frugare tra le cose altrui, specialmente se nascoste in angoli remoti di credenze o in dimenticati cassetti, si imbatte un giorno in uno strano diario di cucina appartenuto al nonno. Attraverso la preparazione di una ricetta che li aveva resi complici in passato, ha l’opportunità di rivivere un’emozione di condivisione che non credeva più possibile e che le permette di entrare in contatto con se stessa , con il nonno e con le persone che ama.
“Tipo che ti voglio bene” di Filippo Pozzoli
L’amore ai tempi di Facebook: revival di un classico per una mercificazione dei sentimenti che qui si fanno veloci, virtuali, sola carne volgare. Apologia di un fenomeno mediatico che ha cambiato la vita dell’animale sociale che è l’uomo, riallacciando amicizie e relazioni annegate nella polvere dei ricordi e delle vecchie croste di ferite richiuse, purtroppo non sempre con sollievo delle parti.
“Lettere da Sarajevo” di Valentina Romano
Quanti anni sono passati, da quando in Bosnia è scoppiata la guerra? Soltanto venti. Vent’anni, l’età di una ragazza, di una giovane donna che sta crescendo, e che forse non ha ancora deciso cosa farne della propria vita. Ma per Lejla è stata la guerra a decidere. Ho voluto raccontare un poco di questa guerra, che è stata così vicino a noi, e dei suoi figli, che adesso sono miei coetanei. Quelli che sono sopravvissuti. E poi ho voluto raccontare della crudeltà che c’è in ogni guerra. E’ tutto quello che riesco a vedervi, e nient’altro. Nessuna gloria, nessun onore.
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