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Il mondo dell’arte saluta Arsenio De Boni

L’artista si è spento a 91 anni. Al mondo lascia le sue opere e il Laboratorio di Arti figurative, diretto per più di trent’anni

Dopo una vita dedicata all’arte, si è spento Arsenio De Boni, pittore di Sesto Calende molto conosciuto grazie alle sue opere e al suo Laboratorio di Arti figurative, dove per più di 30 anni ha seguito gli allievi, stimolando la creatività e la libertà di espressione.
Classe 1921, De Boni ha sempre ricercato la bellezza nei suoi quadri, principalmente realizzati ad olio con rappresentazioni figurative della quotidianità del Lago Maggiore: Arona, Angera e Sesto.
Lontano da artifici concettuali, non ha mai ceduto alle mode o correnti prediligendo i colori luminosi come i rosa, gli azzurri, i verdi e gli sfumati.

Di seguito un ricordo di Elena Pedretti, Consigliere di Insieme per Sesto, ex- assessore alla Cultura: «Addio Maestro. Con queste parole, dette pubblicamente o sentite nei loro cuori, saranno in molti a salutare per l’ultima volta il pittore sestese Arsenio De Boni. Sono coloro che, in centinaia, lo hanno conosciuto come maestro di tecniche pittoriche, frequentando il Laboratorio di Arti figurative, dove per più di 30 anni De Boni è stato una guida esperta ma capace di stimolare in   ogni allievo  la libertà di espressione. Ma  sono  ancora più numerosi  coloro che lo hanno sentito maestro di vita, per la sua sensibilità, per la sua partecipazione alle iniziative sociali e culturali, per il suo impegno di solidarietà (quante mostre e donazioni a scopo benefico!). Ha offerto a molti non solo l’esempio della sua finezza artistica nel particolare uso del colore, la sua sensibilità nel tratteggiare i paesaggi lacustri  e nell’individuare l’animo delle persone  ritratte, ma anche l’esempio di una vita creativa e intraprendente. Ho avuto l’onore di collaborare con lui, negli anni in cui-essendo assessore alla Cultura-lo frequentavo  nei momenti ufficiali, quale artista che dava lustro alla nostra Sesto. Ma avevo già imparato a conoscere la ricchezza della sua personalità quando,davanti a una tazza di tè,lasciava via libera ai ricordi: essendo coetaneo di mia madre, li sentivo spesso rievocare gli anni della giovinezza, le privazioni del tempo di guerra, i timori e le speranze di allora. Dalle difficoltà e dai dolori  incontrati Arsenio aveva saputo trarre quell’energia e quella produttività che lo  hanno sempre contraddistinto  sia nell’attività lavorativa  (con che passione ricordava gli anni della Vetreria!) sia nella pittura, esercitata quasi fino all’ultimo, quando dopo sofferenza, ma  con la mente lucida e  il cuore ancora generoso, ci ha lasciati. Addio Arsenio, pittore e cavaliere!».

Pubblicato il 04 Gennaio 2013
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