Shimizu Tetsuro allo spazio Cesare da Sesto
Dal 31 marzo al 14 aprile 2019 sarà possibile visitare l'esposizione "Sikisokuzeku - il colore porta il vuoto"
Sarà visitabile fino al 14 aprile 2019 la mostra dedicata al maestro Shimizu Tetsuro allestita nello spazio Cesare da Sesto a Sesto Calende. Un’esposizione importante che chiude il percorso dellʼattuale commissione Cesare da Sesto, un cammino durato quattro anni lungo i quali sono state presentate 13 esposizioni.
«Spesso lʼesigenza di contaminare il territorio oltre lo storico spazio comunale ha generato mostre diffuse che hanno coinvolto luoghi non preposti allʼarte, con il desiderio sempre forte di generare sorpresa e partecipazione nella comunità – spiegano gli organizzatori -. Dal 31 marzo lʼimportante ricerca pittorica di Shimizu dialogherà con lo spazio Cesare da Sesto offrendo al pubblico nuove prospettive di indagine e riflessione, questa volta sul colore. Nelle lingue indoeuropee il significato del vocabolo colore si definisce per antitesi: la radice, che accomuna il sanscrito kala al greco kelainòs, esprime oscurità. Il latino color è ciò che cela lʼessenza di una cosa, mentre clara è qualità propria della luce solare, che abbagliando nasconde. Il colore è dunque ciò che macchiando cela. Inizia celando una frazione dello spazio, la superficie pittorica, ma nella ricerca e nellʼopera di Shimizu va subito oltre per trasbordare dai limiti della forma e manifestarsi in maniera più libera, anche se mai compiuta, anzi in continua evoluzione».
LA MOSTRA
«Nelle opere presentate il colore si propone come entità non vincolata da costrizioni formali, e viene indagato non come realtà permanente, ma come testimonianza-evocazione di ciò che per mezzo suo è stato percepito. Attraverso il colore dunque si avverte il senso di una presenza, generata dallʼassenza di ciò che è stato: oggetto, pensiero, persona, emozione, e che adesso non è più; la natura ci insegna che anche il colore, come ente, scomparirà, diverrà non-presenza e quindi vuoto. Sulla tela il flusso del colore è così dirompente che chi lo osserva ne viene attraversato. In queste opere Shimizu è dentro la materia pittorica tanto da sembrare che lui stesso sia il colore, e che si stenda sulla tela con tutto il suo corpo, le sue vene, le sue ossa, le sue viscere. Così si viene a creare lʼesigenza di abbattere lo spazio pittorico canonico: mediante un lavoro di alta capacità tecnica, lʼautore asseconda quest’esigenza tagliando il telaio, torcendolo, ricoprendolo accuratamente con il supporto della materia pittorica e rendendolo parte, a sua volta, del campo dellʼopera. Questa operazione di abbattimento degli obblighi imposti dalla coercizione a operare solo allʼinterno di superfici geometriche regolari coincide con lʼelargizione di spazi diversi al fluire esatto, ma irrazionale, della materia e, nel contempo, con la disponibilità di un ulteriore mezzo per travalicare i limiti della forma. È anche altro, ma soprattutto è questo lʼopera di Shimizu nel periodo attuale. Come capita a ogni vero pittore, la materia cromatica lo attraversa ininterrottamente simile allo scorrere incessante di un corso dʼacqua, presenza perenne ma in continua variazione. Vedendo le sue opere si ha la certezza di una disciplina in grado di coniugare il suo profondo essere nipponico, dalla raffinata sensibilità per lʼessenziale, con lʼarmonica corporeità della materia pittorica italiana. Anche attraverso questa contrapposizione è possibile, a chi ha la fortuna di conoscere il suo lavoro, accedere a un numero illimitato di aperture sul mai visto, sullʼinfinita quantità di cose ed eventi non ancora svelati, che la pittura è in grado di rivelare a ciascuno fin dove può arrivare».
INFO E ORARI
Sabato e domenica 10.30-12.30 e 17.00-19.00 altri giorni su prenotazione t. 0331 928160
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