Asia e il sole
di Marina Mentasti
Il racconto della domenica è a cura della scuola di scrittura creativa Edizioni del Cavedio coordinata da Fiorenzo Croci.
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Il sole, quando sorge, sorge piano e poi
La luce si diffonde tutto intorno a noi
Le ombre di fantasmi nella notte
Sono alberi e cespugli ancora in fiore
Asia ha sempre amato il sole. Da piccola avvertiva nell’aria la primavera, si svegliava dal suo letargo e si precipitava in giardino. I fratelli e la mamma non capivano tanta urgenza. Appena fuori registrava nei dettagli i cambiamenti che la bella stagione aveva portato. Poi si sdraiava sul prato, tra l’erba fresca a godere ogni raggio di sole.
Anche oggi, in questo incredibile giorno di febbraio con 17 gradi, non resta indifferente. Nell’aria c’è qualcosa di diverso. Il cielo è limpido, il sole fa quasi male sulla pelle, ancora non abituata. Trova la porta socchiusa e coglie l’invito: attraversa il grande prato, la strada e si infila dritta nel bosco. Cammina libera, senza vincoli. Una corsa, poi si ferma a riposare e continua la sua perlustrazione: è tutto nuovo. Segue ogni raggio di sole che scherza tra i rami ancora spogli degli alberi. Osserva le ombre, le prime margherite che spuntano tra le foglie secche. Arriva alla fine del bosco, prende il sentiero che costeggia il fiume. La valle è bella, ora si allarga. È mezzogiorno e fa davvero caldo. La riva del fiume è affollata. I bambini giocano a palla. I ragazzi più grandi passeggiano mano nella mano, sentono musica, ridono per nulla. Anche gli adulti sono meno stressati del solito. Asia scende lungo l’Adda, verso il fondovalle. Quando è stanca si ferma un attimo, mangiucchia qualcosa e riparte. La sua attenzione è attratta da un barcone che si avvicina alla riva destra. La chiatta si ferma, qualcuno scende.Con un balzo è sul ponte. Curiosa si guarda attorno: è un mondo sconosciuto, non ha mai navigato in vita sua. Si sposta a poppa: qui c’è tanto spazio, si stende al sole. La stanchezza per la lunga camminata è più forte della curiosità, si addormenta, con un sonno profondo.
Si sveglia quando ormai scendono le prime ombre, il barcone è ormeggiato lungo la riva sinistra. Panico! Quanto dista la sua casa? Quanto tempo è rimasta sulla barca? Come tornare indietro? E come attraversare il fiume? Un lungo miaaaooooo esprime il suo sgomento. I gatti non sanno nuotare!
Racconto (e foto) di Marina Mentasti
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