Addio a Gualtiero Gualtieri l’uomo del dialogo
Una vita fatta di impegno culturale e passione giornalistica. Voce notturna della Radio Svizzera italiana è stato un punto di riferimento per la cultura della città
Aveva 74 anni e sulle spalle una situazione famigliare difficile, pesante come un macigno, con la prospettiva di non poter essere più di aiuto dopo che gli era stato diagnosticato un cancro. Gualtiero Gualtieri non ha retto questo peso esistenziale e ha deciso di andarsene. (Nella foto di Mario Chiodetti, Gualtieri durante la presentazione di un suo libro)
Gualtieri era un volto pubblico conosciuto per il suo impegno civile e politico. Un uomo colto, apprezzato per la sua umanità e intelligenza che per lungo tempo è stato un punto di riferimento nel panorama culturale varesino.
Dopo aver frequentato il liceo classico Cairoli, si era laureato in lettere. Aveva insegnato al liceo artistico e una volta in pensione si era dedicato al giornalismo radiofonico e alla scrittura. Sulla scia del successo di “Mezz’ora prima di tutto il giorno“, pubblicato nel 1999 dall’editore svizzero Casagrande, Gualtieri aveva dato alle stampe l’originale “Lunario imperfetto” per le edizioni Giornale del Popolo. Una produzione intensa, fatta di racconti brevi, che trova nelle Edizioni Ulivo di Balerna un estimatore in grado di valorizzarla. Nel 2003 pubblicherà “Suonavamo l’allegria. Lessico familiare del tempo scuro“, nel 2007 “Cantar di blu. Lessico familiare del tempo perso“, nel 2011 “Era come vestire l’acqua. Lessico familiare del tempo chiaro”e nel 2015 “L’uvamericana”.
La sua voce, che scandiva le notti della Radio Svizzera italiana, era molto seguita dagli ascoltatori ticinesi e anche italiani. La sua capacità di colloquiare con semplicità unita a una profonda cultura lo rendevano un affabulatore straordinario.
Parlando di lui, Giuseppe Zois, allora direttore del Giornale del popolo, lo definì «il timoniere amichevole di Millevoci nella notte… con la sua voce calda, riesce a trasmettere il calore che molti cuori freddi cercano. Possiede verve, ironia, capacità di cogliere il senso delle cose, il respiro dei giorni, il mestiere di vivere».
A Varese Gualtieri era stato presidente di Università Popolare, una vera istituzione culturale che ha segnato stagioni indimenticabili per livello e qualità della proposta. «Ho lavorato con Gualtiero in Università popolare, negli anni novanta. Ci si trovava spesso al Circolino di Bosto ai tempi della Castellanza, prima che nascesse Varesenews – racconta il direttore Marco Giovannelli – . Erano anni di fervore e volontà di cambiamento. Aveva un sorriso profondo e ascoltava sempre con attenzione. È una grande perdita per tutti noi».
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