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Furto della statua di Bodini, l’esperta di diritto dei beni culturali Zanetti: “Ecco cosa rischiano i ladri d’arte”

La legale ricorda che proprio a marzo di quest'anno è entrata in vigore la riforma della tutela penale del patrimonio culturale che inasprisce le sanzioni e introduce il reato di furto dei beni culturali

tomba floriano bodini furto statua

Dopo il furto della scultura di Floriano Bodini dalla tomba di famiglia nel cimitero di Azzio di cui vi abbiamo raccontato ieri (venerdì) interviene Tiziana Zanetti, esperta in diritto dei beni culturali (Studio legale Salvemini, Milano) con una riflessione sulla tutela dell’arte e dei beni culturali. Di seguito le sue parole.

La triste vicenda del furto dell’opera di Bodini suggerisce numerose riflessioni in materia di tutela (penale) dell’arte e dei beni culturali. Innanzitutto evidenzia quanta storia, memoria, sentimento – oltre ovviamente al valore storico, artistico, culturale che riguarda la comunità intera – ci siano in un’opera e quanto la sua sottrazione vada a colpire le persone che in essa rivivono il ricordo – soprattutto in questo caso – di chi non c’è più.

Ma, come sappiamo, l’arte ha anche un valore economico ed è questo fattore che attira l’attenzione – purtroppo ad ogni livello e su scale diverse ma con non minore aggressività e violenza – di soggetti che operano nel mercato nero dell’arte andando ad alimentare il traffico illecito di beni culturali. Un fenomeno gravissimo, spesso subdolo, su scala internazionale che vede coinvolto, in molti casi, un vero e proprio network criminale. Complesso dunque il quadro criminologico che riguarda questi eventi delittuosi come raccontano i numerosi episodi che la cronaca ci restituisce riguardanti musei, biblioteche, archivi, chiese, abitazioni private con dinamiche differenti ma tutte finalizzate a sottrarre l’opera per metterla a disposizione di un mercato (ormai anche on line!) senza scrupoli…

Ci tengo solo a ricordare che proprio nei mesi scorsi è entrata in vigore la L. 9 marzo 2022, n. 22 che introduce la “riforma della tutela penale del patrimonio culturale”, attesa da molti anni e con urgenza, inserendo i reati contro il patrimonio culturale all’interno del Codice penale in un Titolo dedicato, l’VIII-bis. La riforma oltre ad inasprire le sanzioni, introdurre circostanze aggravanti, aumentare gli strumenti investigativi e altro [mi scuso della sintesi estrema ma è qui impossibile una disamina approfondita ovviamente] prevede nuove fattispecie criminali tra le quali proprio quella del “furto di beni culturali” (art. 518-bis c.p.), che prima veniva considerato come furto comune “aggravato” nel caso avesse avuto ad oggetto un bene culturale (con non poche difficoltà interpretative e applicative).

Non dimenticando inoltre che il nostro Paese può vantare, con orgoglio, fin dal 1969 l’attività del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, un reparto di polizia specializzato nel contrasto dello specifico settore criminale dell’arte e dei beni culturali: un’eccellenza mondiale. Non entro ovviamente nel merito della vicenda che vede coinvolta l’opera di Bodini affidata alla competenza degli organi investigativi solo augurandomi un lieto fine in tempi rapidi.

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Pubblicato il 08 Ottobre 2022
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