Ennio Morricone ha scritto la colonna sonora delle nostre vite. Le sue musiche legate ai capolavori cinematografici di Sergio Leone (C’era una volta in America), Roland Joffé (Mission) e Giuseppe Tornatore (Nuovo cinema Paradiso), solo per citare i più conosciuti, fanno parte ormai del patrimonio culturale collettivo.

Morricone è però anche molto altro. 
Si era diplomato in tromba e composizione al conservatorio di Santa Cecilia a Roma e la sua aspirazione era diventare compositore di musica classica. In effetti, il Maestro ha composto molte partiture classiche, ma l’immortalità come compositore l’ha conquistata grazie alle musiche da film, soprattutto quelle legate al genere western all’italiana di cui il regista Sergio Leone era considerato a sua volta un autentico genio.

Morricone ha vinto due oscar, uno alla carriera e uno per la migliore colonna sonora del film  The Hateful Eight di Quentin Tarantino, e ben tre Grammy Awards. Nonostante i grandi riconoscimenti ricevuti a livello mondiale, la sua anima di artista era perennemente divisa in due: il compositore geniale che con le sue musiche da film ha segnato profondamente un’epoca, aspirava a una carriera nell’ambito della cosiddetta musica colta. 
Lo spettacolo “Inseguendo quel suono”, portato in scena da Alessandro De Rosa, compositore e scrittore, coautore insieme allo stesso Morricone di “Inseguendo quel suono” (Mondadori Libri), dal chitarrista Claudio Farinone e dal fisarmonicista Fausto Beccalossi, è un’occasione per entrare nella vita creativa di un uomo straordinario e al tempo stesso molto schivo. La voce di De Rosa, dal vivo e in alcuni filmati in compagnia dello stesso Morricone, dà vita a una narrazione che tratteggia con delicatezza una storia straordinaria.

Sono tanti gli episodi rievocati di una vita ricchissima sul piano musicale. De Rosa entra negli schemi compositivi, svelando al pubblico il lavoro minuzioso e ispirato di Morricone, non solo nel ruolo di compositore ma anche in quello di arrangiatore di “canzonette” per la casa discografica Rca, brani che sotto le sue cure diventavano autentici capolavori.
Le originali interpretazioni di Farinone (chitarre) e Beccalossi (fisarmonica), due musicisti di grande livello, si inseriscono in questo dialogo proponendo brani noti e meno noti del Maestro.
Questo spettacolo ha girato in lungo e in largo l’Italia, dove ha riscosso molto successo, e varcato, in più di un’occasione, anche i confini nazionali.
Varesenews ha scelto di portare “Inseguendo quel suono” al Festival Glocal 2023 nella serata di sabato 9 novembre alle 21 alla Villa Napoleonica delle Ville Ponti di Varese, perché, oltre alla bellezza dello spettacolo, aprire una riflessione su questo gigante della musica significa aprire una finestra importante sul Novecento.

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