Ecco cosa successe al Lampionario la mattina di Natale
di Paolo Negri
Il Signore dei Lampioni, tutti i giorni dell’anno. All’alba e al tramonto. Con un’asta e una ancor più lunga lista di chimere affidategli dalla gente che crede nel potere rigenerante della notte.
Che dire di quella mattina del 25 dicembre con i piedi ghiacciati e i primi spacchettamenti? In piazza, accarezzato da una lieve nevicata, un caravan di perline verdi con incisa in oro la parola wunderkammer! Sulla porta d’ingresso l’invito a portare i bambini alle 15 in punto.
Lui non era padre, era zio. E i nipoti, cocciuti, non furono consenzienti. Con avidità brandivano i regali, e nulla li interessava di quel che succedeva fuori. Il Lampionaio, anziano e senza prole, vi andò lo stesso. L’insolito annacqua la solitudine, considerò fra sé.
La nebbia del mistero si infittì quando il proprietario di quell’attrazione, tale signor Anderson, lo accolse beffardo: “Per entrare non serve nessuna moneta, non sarò io ad arricchirmi quest’oggi”.
Ritratti di uomini lupo, bottoni di Napoleone, la cattedrale Nostra Signora di Parigi grande come un macinino da caffè, polveri di mummie e altre curiosità, ecco cosa contenevano le teche in quella stanza posta su quattro ruote.
Quando la “nave di Carlo V” batté diciassette colpi segnando l’ora del tramonto, il Lampionaio si agitò perché era in ritardo. Il signor Anderson lo bloccò sull’uscio e gli mostrò un’ultima vetrinetta. “La più importante”, disse. Il Lampionaio trasalì: “Lei è il Diavolo!” E corse ad accendere le sue fiamme nel cielo.
Ripensava però, e sempre con terrore, a quella custodia che aveva appena visto e che conteneva una perfetta miniatura di lui stesso. Del brulicante museo non trovò più traccia, né sulla strada del ritorno né tra i racconti della gente che condivideva con lui il quotidiano.
Da tradizione, a gennaio, non mancò Sant’Antonio Abbandonato, colui che lotta contro l’inverno e deposita bancarelle per la gola monetaria dei passanti. Il Lampionaio si fermò davanti a uno scultore, osservò i suoi manufatti e comprò giusto una statuina di legno. La sera la vestì di stoffa nera, come il suo abito.
La guardò bene e stringendo i denti maledisse quel signor Anderson e quello che gli aveva messo in testa. La gettò in un cassetto e se ne dimenticò.
L’anno dopo, a Natale, invecchiato di un calendario, il nostro Lampionaio, di ritorno alla mattina dal suo consueto giro di spegnimento, vide fuori dell’ingresso di casa un poliziotto che strattonava con violenza un bimbetto. Trasalì. Il fanciullo manipolava proprio quella statuina da lui adornata alla Festa di Sant’Antonio.
Liberò il prigioniero dalle grinfie del militare e quando il monello si voltò verso di lui… quel bimbetto era… quel bimbetto era lui stesso da piccolo.
Racconto di Paolo Negri (www.ilcavedio.org).- Serie: Bianco dicembre
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.