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Tra Ottocento e Novecento il Rinascimento del giornalismo varesino

A partire dal 1863 fino al 1916 a Varese venivano pubblicate 25 testate. Il fascino dei giornali storici e il leggendario Bagaini. Una ricca storia ripercorsa dall'associazione "Il Cavedio"

varese varie

Tra il 1863 e il 1916, tra quotidiani e periodici, erano ben venticinque le testate giornalistiche pubblicate a Varese. Ce n’era per tutti i gusti: “Il Varesino” , “L’eco di Varese” e il settimanale “La libertà”, il primo giornale ad avere la numerazione progressiva delle pagine, per chi aveva ideali liberali. “Il Garibaldino” per i ferventi repubblicani e “La settimana varesina” per i giovani democratici. E ancora,  la “Cronaca varesina“, tendenzialmente più vicina ai moderati e da non confondere con la “neutrale” “La cronaca varesina“, che aveva lettori di fede monarchica e una testata rivale sul piano politico, “L’indicatore varesino“,  di orientamento democratico e radicale. Quest’ultima era stata fondata da tre avvocati, tra cui Federico Della Chiesa soprannominato “l’avvocato in camicia rossa”  per la sua appassionata militanza nei garibaldini.
Tante le testate di tendenza socialista, come “La polemica sociale” e “Il Nuovo ideale” a cui facevano da contraltare quelle cattoliche, giornale dai richiami un po’ profetici come “L’Alba ” e “L’idea del popolo“. C’era spazio anche per i giornali satirici, tra cui “L’asino“, che pubblicava caricature, e “L’ape varesina“, giornale indipendente dalle cui ceneri nascerà “La cronaca Prealpina“.

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Erano esperienze editoriali espressione di una vivacità culturale e politica di un tempo nuovo, a cavallo tra il Risorgimento e gli inizi del Novecento. Fermenti notevoli, per qualità e quantità, se le si paragona al panorama editoriale di oggi.
Alcune testate campavano giusto il tempo di una stagione, fino all’esaurimento delle risorse finanziarie. Altre resistevano con caparbietà, chiedendo esplicitamente aiuto ai lettori, come fece “La Libertà” prima di chiudere definitivamente i battenti.
La più longeva è stata sicuramente il settimanale “Luce!“, storica testata cattolica, espressione dell’arcidiocesi di Milano, che aveva la redazione centrale a Varese.  Pubblicò per quasi un secolo fino al 2007, anno della chiusura definitiva.
Una storia ricca e interessante ripercorsa da Annarosa Confalonieri, Laura De Filippo, Angela Borghi e Alessandra Stifani, dell’associazione “Il Cavedio”, in un incontro dal titolo “Varese terra di giornalismo” che si è tenuto sabato scorso nella Sala Morselli – al completo – della Biblioteca civica di Varese.
Uno dei protagonisti di quella importante stagione giornalistica fu sicuramente Giovanni Bagaini, fondatore e  per un certo periodo anche direttore del giornale “L’Ape varesina” e subito dopo de “La cronaca prealpina“. «Bagaini è stata una personalità epocale – sottolinea Annarosa Confalonieri – che darà una svolta decisiva al giornalismo varesino».
La cronaca Prealpina” esce per la prima volta il 2 dicembre 1898 e sarà una testata che avrà ben altre fortune rispetto alle precedenti. Tra i primi a sostenere il progetto  di Bagaini fu il tipografo Macchi che in caso di utile avrebbe ricevuto la metà, in caso di perdita l’avrebbe ripianata per intero. L’accordo non fu sancito da un atto costitutivo ma da una genuina stretta di mano, come si faceva al mercato del bestiame. «Bagaini – conclude Confalonieri – sosteneva che quel nuovo giornale doveva coraggiosamente lanciare una serie di iniziative che favorissero il progresso della città. Nell’articolo di apertura, intitolato semplicemente “Per il programma”, rimarcò la volontà di costruire un nuovo strumento informativo  indipendente e obiettivo. Bagaini scrisse: “Unico programma di un giornale dovrebbe essere dire la verità sempre e a chiunque“».

Pubblicato il 30 Gennaio 2024
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