Un pontile per far rinascere i paesi di lago
A Castelveccana il paese è rinato grazie all'attracco, a Germignaga sono tagliati fuori ma sperano nella ristrutturazione. La parola ai sindaci
Per le cittadine rivierasche del lago maggiore varesino, le infrastrutture che aiutano il turismo in barca contano, eccome. A testimoniarlo è, per esempio, il sindaco di Castelveccana: «Noi abbiamo avuto un buon incremento di popolazione residente e di turismo, proprio grazie alla realizzazione di strutture da diporto – spiega Luciano Pezza, sindaco del paese da ormai molti anni – Oltre al porto, che abbiamo ristrutturato abbiamo realizzato anche altre strutture da diporto come il pontile per lo sbarco temporaneo, una nuova rampa di alaggio che è utile per mettere in acqua le barche trasportate con l’auto, docce e servizi o anche gli chalet-baretti sulle nostre due spiagge. Non opere faraoniche, ma piccoli gesti di attenzione che però i turisti hanno apprezzato».
"Gesti di attenzione" che hanno avuto riscontro anche sull’economia locale: «I commercianti del paese hanno espresso soddisfazione unanime per come è andata la stagione passata – ha proseguito il sindaco – Grazie all’attracco, abbiamo visto arrivare barche che di solito vedevamo solo al mare. Vengono, si fermano, fanno un giro mangiano qualcosa. Ma è tutto utile per rendere più vivo e attrattivo il paese, che nel tempo è migliorato anche dal punto di vista demografico. I residenti sono cresciuti di numero».
Tutto è bene quel che finisce bene, dalla parte del lago. Il problema resta, però, quando sia necessario raggiungere il delizioso paese sul Maggiore, che tra le frazioni annovera anche la splendida Caldé: «Adesso abbiamo bisogno di appoggi dalla Regione perchè ci servono infrastrutture viarie vere – precisa Pezza – Non esiste che chi viene da Milano dall’autostrada si ritrovi imbottigliato nella SP1 o sulla Vergiate/Besozzo. E agli immobiliaristi chiedo: puntate sui nuclei antichi. E’ una cosa che gli immobiliaristi sentono poco ma è un vero peccato. Noi ne abbiamo un paio bellissimi, la loro rinascita può ricreare luoghi bellissimi comprando a prezzi ragionevoli, e perdipiù rimetterebbe in moto l’artigianato locale»
Tutto diverso poco più in là, a Germignaga, dove ormai da anni non c’è un attracco.
«Da questo punto di vista siamo tagliati fuori» spiega invece Enrico Prato, sindaco di Germignaga. Che però ha buone notizie per il futuro: «Il nostro progetto per mettere in sicurezza e ristrutturare la colonia elioterapica prevede anche la ricostruzione del pontile e dell’attracco che aveva. Così potremmo rimettere a nuovo la struttura dei primi novecento, che aveva in quegli anni anche l’approdo del battello. L’idea è che possano attraccare i taxi battello, ma anche e soprattutto le barche private. Ci vorranno i suoi anni dunque, ma anche noi avremo di nuovo, finalmente, la struttura a lago»
Più complicata la situazione a Porto Valtravaglia, dove il porto turistico in costruzione con un finanziamento del comune e – soprattutto – di Regione Lombardia, è letteralmente naufragato durante una tempesta nel 2004. La struttura, galleggiante, è andata persa ed è stato necessario recuperare di nuovo i finanziamenti. «La Regione, considerando quella una calamità naturale, si è rimessa in moto per trovare nuovi fondi da ristanziare – spiega il sindaco Luciano Faverio – Si è però dovuto rivedere progetto, che all’inizio prevedeva 99 posti. Ora saranno un po’ meno»
A Porto nel frattempo c’è un più piccolo porto statico e un pontile, dove si ferma il battello nella stagione estiva. Nella passeggiata al lungolago è stato appena ristrutturato un bar di proprietà del demanio, che ha colmato un vuoto commerciale di anni, mentre nel frattempo è riaperto lo storico albergo del sole: due segnali per la cittadina, che potrebbe dopo tanti anni di stanca rivedere un po’ di turismo «Anche se la vera differenza la farà il Porto turistico, quando finalmente verrà realizzato»
Un paese del lago Maggiore che è da sempre meta di seconde case è Ranco: «Noi abbiamo avuto e abbiamo ancora tante seconde case non solo di milanesi, ma anche di bustocchi e di gallaratesi. Tanto per fare le proporzioni: la popolazione residente di Ranco è di 1360 abitanti, le seconde case sono circa 300» spiega il sindaco Francesco Cerutti. Il problema, per chi è proprietario di seconda casa, sta innanzitutto nel viaggio da Milano a Ranco: «I mezzi pubblici decisamente scarseggiano: una volta c’era una linea di autobus giornaliera delle Autolinee Varesine che arrivava qui anche nei giorni festivi, ma tre anni fa è stato soppresso. Quindi è rimasto solo il treno: ma la stazione FFSS più vicina è a Sesto Calende. Dopodichè si prende un taxi, o si cerca una – rarissima – coincidenza di bus locali, oppure qualcuno ci deve venire a prendere. Se invece si arriva in auto, si sa bene che l’autostrada dei laghi è stata la prima di italia ma poi è andata sempre a peggiorare. Ora per arrivare qui, a 60 chilometri di distanza, ci vogliono quasi due ore».
Anche Ranco soffre della scarsità di attracchi temporanei, che potrebbero rivitalizzarne il turismo: «Noi abbiamo un porticciolo con 50 posti barca, la metà dei quali destinati ai residenti. In questo porticciolo quattro posti sono destinati all’ormeggio temporaneo: ma il problema è con che barca arrivi. La lunghezza massima per una barca in quello spazio è di sei metri. Così stiamo cercando di accordarci con il vicino cantiere nautico Brovelli perchè ci aiuti a fornire un posto adatto a barche un po’ più lunghe. Il problema degli attracchi temporanei è però verissimo. Manca in quasi tutti i comuni della parte lombarda, e questo ci penalizza pesantemente rispetto alla sponda piemontese».
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