È tempo di vendemmia sulle colline angeresi
La cantina di Cascina Piano ha ricevuto la visita dei delegati AIME, il presidente Armando de Falco e il segretario Gianni Lucchina, e del Presidente di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo
Il clima, nonostante la siccità, è stato clemente. La raccolta dell’uva per i vini bianchi e già cominciata e il resto sarà fatto nelle prossime settimane: sulle colline affacciate sul Lago Maggiore, vista Rocca di Angera, Franco Berrini ha cominciato la vendemmia.
Cascina Piano, l’azienda agricola di Berrini, prima fra tutte ad avviare quel percorso che ha portato al riconoscimento Igt del vino dei ronchi varesini ottenuto l’11 ottobre del 2005, è già in fermento.
In questi giorni si raccoglie l’uva e si torchiano i grappoli per cominciare la produzione del vino che, da queste parti, verrà imbottigliato in 8 diverse etichette.
Qui si fa una produzione molto di nicchia rispetto alle grandi esperienze di altre ben più famose cantine italiane, ma centrale per quella che è la viticoltura varesina. Cascina Piano, infatti, co i suoi 3,5 ettari è una delle esperienze più importanti in una provincia che, in totale, ha una superficie di uve da vino di 22 ettari per una produzione totale di 1.150 ettolitri.
La cantina ha ricevuto la visita dei delegati AIME, il presidente Armando de Falco e il segretario Gianni Lucchina, e del Presidente di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo proprio nel pieno dei lavori di questi giorni.
Cascina Piano, collocata tra Angera e Ranco, è attiva dal 2003 ed è l’unica cantina esistente sul Lago Maggiore: si estende su 3,5 ettari e nel 2016 ha prodotto 19 mila bottiglie. Berrini, che da quando è in pensione ha dedicato tutto se stesso al vino, guarda anche ad importnati progetti per il futuro: vuole estendere entro il 2022 la coltivazione fino a 5 ettari, portando la produzione a 55 mila bottiglie all’anno.
«In una Regione come la Lombardia che investe su produzioni vitivinicole di qualità – spiega il presidente Raffaele Cattaneo -, poter rilanciare e sostenere, dal punto di vista agricolo e promozionale, un prodotto sul nostro territorio è certamente un esperimento interessante e da sostenere. Nei secoli passati sulle sponde del Lago Maggiore si produceva vino in abbondanza, ma negli ultimi decenni questa produzione si è perduta. Si tratta di un’attività di nicchia che punta sulla qualità e fortemente radicata sul territorio».
La visita è stata organizzata da Aime (Associazione Imprenditori Europei) con lo scopo di valorizzare le imprese del territorio, a partire da quelle che si sono distinte per la loro storia e per la loro capacità innovativa.
«Siamo qui per riconoscere gli sforzi di Franco Berrini – ha detto il presidente di AIME Armando De Falco – che sta facendo un grande lavoro di promozione del territorio, riscoperta di prodotti autoctoni e che con il suo lavoro vuole mettere il territorio e il lago al centro dell’attenzione».
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