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Conte: “Chiuderemo tutte le aziende che non sono essenziali”

"Rallentiamo il motore produttivo del paese, ma non lo fermiamo. È una decisione che si rende necessaria per contenere la diffusione dell'epidemia"

giuseppe conte

Una nuova stretta. Un’altra giornata drammatica, aperta con una lettera dei sindaci della provincia di Bergamo che ha quasi seimila contagi, e i dati della diffusione del coronavirus in Italia. Solo oggi 793 morti e 4821 nuovi contagiati. Finora siamo arrivati a 53.578 casi positivi e 4.825 morti.

Con queste premesse il Premier Giuseppe Conte è tornato a parlare al Paese con una diretta Facebook e una edizione straordinaria dei Tg.

“Ho scelto la linea della trasparenza e della condivisione. È la crisi più difficile dal secondo dopoguerra. Ci lasciano un segno che resterà impressa nella memoria anche quando tutto sarà finito. Questi decessi per i nostri valori non sono semplici numeri: sono persone. Le misure richiedono tempo e dobbiamo rispettarle anche se non sono facili. Dobbiamo resistere perché solo in questo modo possiamo tutelare noi stessi e gli altri. Il sacrificio di rimanere a casa è minimo rispetto ad altri cittadini che rischiano molto di più. Penso ai sanitari, alle forze dell’ordine, a chi lavora nell’informazione. Compiono un atto di responsabilità e di amore. Oggi abbiamo deciso di compiere un altro passo. Abbiamo deciso di chiudere ogni azienda, escluse quelle di importanza strategica per il sistema Paese, oltre a quelle alimentari e del settore dell’igiene e della sanità. Non abbiamo messo giorni di restringimento ai supermercato e quindi non serve correre a fare acquisti. I servizi essenziali resteranno in funzione”.

Nel chiudere il suo breve discorso il premier ha detto: “Rallentiamo il motore produttivo del paese, ma non lo fermiamo. È una decisione che si rende necessaria per contenere la diffusione dell’epidemia. Dobbiamo garantire il valore più importante: la tutela della vita. Ci risolleveremo tutti insieme”

Conte in serata aveva avuto una videoconferenza con le associazioni di categoria e i sindacati che avevano chiesto di chiudere tutte le attività economiche non essenziali. Posizione che non aveva trovato opposizioni da parte dei rappresentanti delle imprese che avevano affermato di accettare le indicazione del mondo scientifico per fermare la diffusione del virus.. A seguire si era tenuta una riunione con le forze politiche della maggioranza.

 

 

Intanto buona notizie per il reclutamento di nuovo personale. All’appello della Protezione civile per arruolare 300 medici, hanno risposto oltre settemila. Per l’ospedale da campo di Cremona sono in arrivo una cinquantina di medici cubani.

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Pubblicato il 21 Marzo 2020
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