Crisi e prospettive, l’architetto: anche il nostro settore accuserà il colpo
Riccardo Gallone: "In cantiere è impossibile mantenere le distanze di sicurezza e non avere contatti tra le persone"
L’emergenza sanitaria e gli ultimi provvedimenti del Governo hanno interessato anche gli architetti, soprattutto dopo la chiusura della maggior parte dei cantieri. “La misura è giusta ma forse è stata attuata un po’ tardi” afferma l’architetto Riccardo Gallone, che ha chiuso temporaneamente il proprio studio di Masera per portare avanti i progetti da casa. “In cantiere è impossibile mantenere le distanze di sicurezza e non avere contatti tra le persone, infatti le imprese più serie hanno chiuso subito, ma alcuni cantieri sono rimasti aperti fino all’ultimo decreto”. La situazione degli architetti è legata a doppio filo con le prospettive dell’edilizia, un settore che sicuramente subirà il colpo della crisi in maniera diretta.
“La ripresa ha principalmente due incognite” spiega Gallone “Quanti soldi avranno i clienti quando tutto tornerà alla normalità e inizieranno nuovamente i lavori e quanto tempo servirà alle aziende per produrre i materiali da installare, e permettere all’edilizia di ripartire”. Il discorso assume sfumature diverse tra pubblico e privato: “Il pubblico era già in crisi da anni e per un po’ difficilmente vedremo nuovi cantieri oltre a quelli che erano già in corso” spiega l’architetto. “Il privato invece dipende da quanto proseguirà la situazione attuale e quindi, da quanto l’investitore avrà le possibilità e l’intenzione di mettere mano al proprio patrimonio per investire. Sicuramente il settore turistico è quello che ne risentirà di più”.
Anche gli architetti, con alcune limitazioni, rientrano nel provvedimento dei seicento euro una tantum: “Ne hanno diritto quelli iscritti a Inarcassa -la cassa privata per ingegneri e architetti a cui versiamo la quota- a patto che abbiano avuto un reddito inferiore a 35.000 euro nel 2018” conclude Gallone.
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