Per la ripartenza il sindacato chiede una cabina di regia sul territorio
La fase 2 richiederà a tutti una disciplina rigorosa, perché bisognerà conciliare i tempi della solidarietà e dell'emergenza sanitaria con quelli della produttività
«Per la ripartenza occorre una cabina di regia sul territorio». È la richiesta che arriva da Cgil, Cisl e Uil nell’imminenza della cosiddetta Fase 2. I segretari provinciali della Uil, Antonio Massafra, della Cgil, Umberto Colombo, e il rappresentante della reggenza della Cisl dei Laghi, Roberto Pagano, durante la diretta con Varesenews hanno ribadito che salute e lavoro non sono due valori alternativi tra loro, ma essenziali l’uno per l’altro e che entrambi vanno tutelati.
La fase 2 richiederà a tutti una disciplina rigorosa, perché bisognerà conciliare i tempi della solidarietà e dell’emergenza sanitaria con quelli della produttività. Non si potrà entrare più in massa nelle grandi fabbriche e uscire uno accanto all’altro. Quindi, non si potrà far iniziare a lavorare tutti alla stessa ora e finire tutti alla stessa ora. La mobilità delle persone verrà stravolta perché non sarà più possibile salire tutti insieme sugli autobus e sui treni, sostare uno vicino all’altro in attesa nella metropolitana.
Tutti questi cambiamenti andranno organizzati e governati e per farlo occorrerà una cabina di regia, un coordinamento in grado di gestire l’intera fase. Può intervenire il Governo e anche la Regione con alcune linee guida «ma sarà ogni territorio, ogni provincia ogni comune, ogni azienda a dover fare la propria parte» hanno detto i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil sottolineando la buona tradizione delle relazioni sindacali sul territorio.
Andrà dunque trovata una nuova via all’interno di un sistema flessibile, magari riducendo gli orari di lavoro per evitare gli assembramenti e gli ingorghi nelle fabbriche, nei treni, nella metropolitana perché metterebbero di nuovo a rischio le persone. Una riorganizzazione che si potrà fare solo se ci sarà la collaborazione di tutti.
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