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Cia, divario digitale frena lo sviluppo dei Comuni montani

Carenini: “La montagna piemontese è un’importante risorsa per il sistema economico e sociale regionale”

“Il discorso è molto semplice: se non si vogliono far morire le comunità montane, 3.850 comuni, la metà dei centri italiani, il 54% del territorio, otto milioni di abitanti che rappresentano 13 punti di Pil, bisogna fare presto. E colmare il gap digitale che è divenuto ormai insostenibile. Occorre un patto nuovo tra imprese delle telecomunicazioni ed Enti locali che colmi le sperequazioni territoriali. Solo così possiamo pensare di vincere il digital divide”. Così Marco Bussone alla guida dell’Uncem, l’Unione nazionale delle comunità e degli enti montani che, insieme a Symbola e Ifel ha curato il rapporto “Piccoli Comuni e Cammini d’Italia” e ha presentato, qualche giorno fa, un dossier di 200 pagine sulla “Montagna in rete” che dà un quadro, spesso impietoso, del divario tra questi 3.850 comuni e il resto d’Italia.

Durante la pandemia le attività cardine dei piccoli comuni montani come farmacie, scuole, poste ed uffici amministrativi hanno dovuto fare uno sforzo incredibile nell’utilizzo di strumenti digitali senza una connettività veloce come succede nelle grande città. L’accesso alla telemedicina, ad esempio, è la dimostrazione come anche il diritto alla salute è strettamente legato allo sviluppo digitale dei Comuni montani.

Le aziende, soprattutto pubbliche, devono avere ben chiaro che gli investimenti nel territorio sono fondamentali per superare le diseguaglianze. Devono quindi pensare un po’ di più all’impatto sociale dei loro investimenti e alla crescita sociale del territorio.

“La montagna piemontese – afferma il Presidente regionale della Cia Gabriele Carenini -costituisce un’importante risorsa per il sistema economico e sociale regionale. I beni naturali e paesaggistici fruibili attraverso un turismo ambientalmente sostenibile, le produzioni agricole, le tipicità agroalimentari ed artigianali concorrono a formare un patrimonio molto importante per la nostra Regione”.

“Perché la montagna viva – aggiunge Carenini – occorre assicurare ai residenti un livello accettabile di qualità della vita fornendo dei servizi essenziali.  Tra questi la possibilità di telefonare, mandare messaggi e navigare in internet, di cui in particolare le imprese, non solo quelle agricole, che coraggiosamente continuano ad operare in montagna, non possono più fare a meno”.

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Pubblicato il 22 Agosto 2020
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