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I dati confermano l’agosto “d’oro” del turismo sui laghi

Ad agosto, le presenze sul Lago Maggiore hanno toccato quota 74mila, incrementando non solo quelle dello scorso anno ma perfino quelle del 2019. Buoni dati anche dal Ceresio e dalla città di Varese. Lunghi: "Occorre un impegno nazionale per Malpensa"

La prima big bench del Lago Maggiore

I dati confermano la chiusura di un’ottima stagione per il turismo sui laghi varesini. Non è solo il numero dei turisti ad aumentare ma anche le presenze, detto in altre parole, la durata delle vacanze sul territorio. L’analisi condotta dall’Ufficio Studi e Statistica di Camera di Commercio ha evidenziato come nel corso del mese di agosto, le presenze sul Lago Maggiore hanno toccato quota 74mila, incrementando non solo quelle dello scorso anno ma perfino quelle del 2019, quando furono 66mila. Un incremento dell’11,4% che trova conferma anche dalla situazione del Lago Ceresio: qui l’exploit di agosto è stato rilevante, passando dalle 2.968 presenze del 2019 alle 7.479 di quest’anno (+152%).

La riscoperta di laghi e montagne lombarde: ad agosto più turisti italiani che prima della pandemia

«La conferma di come la nostra terra dei laghi abbia un’attrattività turistica che non teme confronti – ribadisce il presidente di Camera di Commercio, Fabio Lunghi – Godiamo delle bellezze ambientali di un paesaggio ad alto profilo e delle capacità di operatori che stanno sviluppando progettualità significative. Il tutto pur consapevoli che ci sono aree del nostro territorio che soffrono ancora: il riferimento è soprattutto alla zona di Malpensa, che deve essere messa al centro dell’impegno delle istituzioni anche nazionali. Nel frattempo, stiamo imparando a operare in rete, mettendo a frutto iniziative che, anche come Camera di Commercio, abbiamo messo in atto, puntando su specifici segmenti turistici dove possiamo contare sull’operatività di qualificati product manager. Siamo convinti che, sebbene il nostro impegno abbia già evidenziato risultati in diversi ambiti, dobbiamo con ancora maggiore determinazione procedere nella sinergia tra strutture private, enti locali e associazioni di categoria. I frutti ci sono, ma nell’immediato futuro potranno essere ancor più copiosi».

Ritornando all’analisi sui flussi turistici, l’elemento principale è che anche il bilancio complessivo dei primi otto mesi dell’anno è positivo: dall’inizio di gennaio a fine agosto, le presenze in provincia di Varese sono cresciute del +21% rispetto all’anno precedente, sfiorando quota 783mila. Un incremento tanto più significativo perché il 2021 sconta il lockdown di gennaio e febbraio (poi protrattosi fino ad aprile), da confrontare con dodici mesi fa, quando le strutture a inizio anno erano ancora pienamente operative. Quanto agli arrivi, ovvero la statistica che considera solo la prima notte di permanenza sul territorio, sono stati 367mila e anche qui hanno superato il valore registrato nel 2020 (+4,3%).

Se i valori totali rimangono distanti da quelli del 2019, quando nell’analogo periodo le presenze superarono il milione e mezzo, in particolare i mesi estivi di quest’anno registrano un crescendo di presenze sul territorio della provincia di Varese: dalle 108mila di giugno si è passati alle 168mila di luglio fino alle 201mila di agosto.

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«Di particolare rilievo – riprende Lunghi – è l’allungarsi della permanenza media: si è alzata da 1,6 del 2019 a 1,8 del 2020 fino a 2,1 giornate quest’anno».

Presenze che sono cresciute soprattutto nelle strutture extra-alberghiere, che hanno fatto segnare un +52% rispetto al 2020, raggiungendo quota 230.455 e avvicinandosi ai livelli pre-crisi (-19%). «Indubbiamente, un buon riscontro – sottolinea Alfredo Dal Ferro, che è presidente dell’associazione BB Varese –. L’extralberghiero formato da B&B, case-vacanza e foresterie si dimostra formula di successo sul nostro territorio anche perché permette, con un investimento nell’ordine di qualche centinaio di euro, di mettere a reddito vecchie case ristrutturate, camere vuote o ville poco usate. Il tutto senza consumare nuovo suolo, anzi valorizzando il patrimonio immobiliare esistente».

Per contro, la distanza delle presenze in alberghi rimane ancora ampia (-58%). Rispetto allo scoppio della pandemia, però, i numeri sono in recupero (555.415 presenze, +12% nel confronto col 2020), con un picco del 60% delle stanze occupate a luglio, quando lo scorso anno si era fermi al 38%. «I mesi di luglio e agosto – segnala Simone Segafredo, operatore del territorio nonché vicepresidente provinciale di Federalberghi – hanno evidenziato, per gli hotel della città di Varese, dati addirittura in linea col 2019 e posso fin d’ora dire che anche la tendenza di settembre appare buona. C’è da essere soddisfatti. Però, guardando alla totalità dell’anno 2021, il risultato è ancora di una forte sofferenza. L’auspicio, naturalmente, è che lo slancio estivo si prolunghi».

Da ultimo, l’analisi della provenienza: se nel 2020 il turismo italiano aveva, almeno in parte, compensato le forti restrizioni a quello estero, nel 2021 gli stranieri hanno ricominciato a tornare in provincia di Varese (+28,5%) con 118mila presenze tedesche, seguite da quelle olandesi (42mila), svizzere (33mila) e francesi (31mila). Resta forte, però, quel “turismo di prossimità” che si era incominciato a evidenziare negli scorsi dodici mesi: nell’estate 2021, il principale mercato per gli operatori varesini è stato ancora quello lombardo, con 169mila presenze (21,6% del totale).

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Pubblicato il 29 Settembre 2021
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