Il caro carburanti mette in difficoltà il settore agricolo, la denuncia di Coldiretti Varese
Fiori: “I rincari costringono a lavorare in perdita e la situazione sta diventando preoccupante, con effetti pesanti anche per il comparto florovivaistico”
Il caro carburanti ferma i trattori nelle campagne, spegne le serre di fiori e ortaggi e mette un freno pesante ai lavori in campagna con l’esplosione dei costi energetici che rappresentano la voce principale dell’attività produttiva. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al balzo dei prezzi di benzina e gasolio spinti dalla corsa delle quotazioni record dell’oro nero.
“Le imprese agricole – spiega Coldiretti Varese attraverso il presidente Fernando Fiori – sono costrette ad affrontare rincari insostenibili dei prezzi per il gasolio necessario per le attività dei trattori che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina, la concimazione l’irrigazione che insieme ai rincari di concimi e mangimi. Senza dimenticare i costi per il riscaldamento delle serre per la produzione di ortaggi e fiori le serre con la necessità di contenere i costi che rischia di far scomparire alcune delle produzioni più tipiche del florovivaismo nazionale: siamo preoccupati, anche per una situazione in merito a cui, al momento, non si vede una via di uscita”.
In un Paese come l’Italia dove peraltro secondo la Coldiretti l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori. Le imprese italiane devono infatti affrontare un pesante l deficit logistico italiano per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci, che costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro, con un gap di competitività che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea.
In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/ chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro, ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est come la Lettonia, la Romania o la Polonia secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga (www.divulgastudi.it).
Il risultato è che la filiera agroalimentare complessivamente assorbe da sola il 10% dei consumi energetici in Italia per un totale di 13,3 Mtep ed in particolare nel sistema agricolo i consumi diretti di energia includono i combustibili per trattori, serre e trasporti mentre i consumi indiretti sono quelli che derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica (4,7 Mtep) mentre il comparto alimentare richiede invece – conclude la Coldiretti – ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro (8,6 Mtep).
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