L’importanza di avere uno scopo. Le startup tracciano la via della nuova economia
Il Gruppo giovani imprenditori di Confindustria Varese per delineare il futuro dell'economia del territorio guarda alle startup
Non è facile avere visione in un tempo senza linearità, soprattutto quando si parla di economia. Il passato e le serie storiche non aiutano più di tanto. Mentre il continuo cambiamento, non permette di andare oltre l’ovvietà e ciò che già si vede.
Il Gruppo giovani imprenditori di Confindustria Varese, durante l’assemblea annuale che si è tenuta alle Ville Ponti di Varese, ha tratteggiato il futuro dell’economia del territorio puntando sulle startup con il progetto “Start up your ideas”.
QUELLO CHE NON VA
La relazione della presidente Martina Giorgetti è stata puntuale. L’analisi del momento presente, caratterizzato dal numero esiguo di nuove imprese innovative («sono ancora troppo poche in rapporto alle imprese esistenti e al numero di addetti del territorio) e dal calo del fermento imprenditoriale, sottolineano la manifesta debolezza dell’ecosistema innovativo della Provincia di Varese.
Altrettanto puntuale è stato l’elenco delle azioni da mettere in campo: creare percorsi di formazione imprenditoriale già negli studi superiori – forse sarebbe ancora meglio farlo prima -, investire nei percorsi accademici e post laurea orientati all’imprenditorialità in collaborazione con quanto già c’è sul territorio a partire dalle università. E ancora: intensificare la collaborazione con gli incubatori di impresa che già ci sono e che ci saranno, vedi il progetto Mill (Manufacturing, Innovation, Learning, Logistics) della stessa Confindustria Varese.
C’è inoltre bisogno di «una forte accelerazione», ha detto Martina Giorgetti. È vero, serve. Ma per andare in quale direzione?
LA PAROLA AI GIOVANI
Ad indicare la strada sono stati tre giovani startupper chiamati a testimoniare la loro esperienza nel corso dell’assemblea. A ben vedere (almeno per chi scrive), non c’è nulla di nuovo in quello che hanno presentato, almeno in due casi su tre, se non il fatto di aver ideato delle app per mettere a terra la loro idea imprenditoriale. Alla domanda dell’intervistatrice curiosa di sapere quale fosse il loro modello di business, cioè come campassero, le risposte sono state in linea con la vecchia economia: uno guadagna dalle percentuali delle vendite di prodotti e servizi che gli vengono riconosciute dai partner presenti sulla app, un altro dal servizio di noleggio a domicilio di ausili ortopedici, un altro ancora dalla vendita diretta di un prodotto alimentare nuovo.
Niente di rivoluzionario, dunque, nemmeno sul piano delle caratteristiche personali necessarie per diventare imprenditori: passione, perseveranza, senso del sacrificio sono state le parole ricorrenti nell’intervista. Qualità immanenti nella vita degli imprenditori a qualsiasi latitudine.
L’IMPORTANZA DI AVERE UNO SCOPO
Più interessante è stato invece ascoltare lo scopo che questi startupper perseguono con la loro nuova impresa. Per Lorenzo Perotta, ceo di Nova Capital srl, che ha realizzato l’app “Finanz”, il fine è educativo: alzare il livello delle competenze in tema di finanza degli italiani. L’Italia è infatti tra i paesi con il più basso indice di educazione finanziaria in Europa. Facendo le debite proporzioni, una sorta di maestro Manzi della finanza, l’uomo che negli Anni Sessanta grazie alla Tv insegnò l’italiano a milioni di concittadini.
Per Lorenzo Grassini fondatore di Ortho-Rent, app per il noleggio di ausili ortopedici, il fine è migliorare un servizio ed evitare gli sprechi attraverso l’economia circolare. Dalle carrozzine alle stampelle passando per i deambulatori e i girelli usati dagli anziani, si possono rimettere sul mercato prodotti ancora in ottimo stato dopo l’uso.
Per Mattia Baggiani fondatore e ceo di Mia Kombucha srl, lo scopo è rivoluzionare il mondo dei soft drink con un nuovo prodotto probiotico derivato dalla fermentazione di the e zucchero, non alcolico e salutare.
Insomma, ciò che li rende innovativi non è lo strumento tecnologico, che è solo un abilitatore, ma è il fine che li anima. Un pensiero perfettamente in linea con il sentimento europeo.
“Qualcuno dice che i cinesi hanno tutti i dati e gli americani hanno tutti i soldi. Ma quando vedo cosa abbiamo in serbo per noi in Europa, vedo che abbiamo uno scopo”. Così Margrethe Vestager commissaria europea alla concorrenza.
I Giovani Imprenditori di Confindustria Varese lanciano il progetto “Start up your ideas”
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