Uomo, economia e innovazione. Le tre mappe di Confindustria Varese per andare verso il futuro
Gli industriali varesini delineano una visione ambiziosa per affrontare la crisi e guidare il progresso economico, tecnologico e sociale, con l'Europa al centro delle nuove sfide
«Mala tempora currunt», corrono brutti tempi, diceva Cicerone. È proprio in questi tempi che bisogna saper rilanciare. Confindustria Varese lo fa da un luogo simbolico, la Mv Agusta, che con le sue moto ha sfidato e continua a sfidare il mondo in nome della bellezza e della velocità. Scegliere questa azienda come luogo dove celebrare il momento associativo più importante, ha un significato simbolico, rispetto alla grandezza del passato, ma anche rispetto a ciò che verrà in termini di sviluppo e futuro. Ad una condizione imprescindibile che Roberto Grassi, presidente degli industriali della provincia di Varese, mette subito sul piatto: saremo ancora noi la storia industriale che ha reso grande il Made in Italy nel mondo, solo se «inizieremo a praticare un progresso civile basato su una crescita economica e un avanzamento tecnologico governato da un nuovo umanesimo».
Il suo è qualcosa di più di un programma di mandato. Nel pieno di una transizione complicata e all’indomani delle elezioni europee, gli industriali tracciano un nuovo orizzonte che richiede un’autentica rivoluzione sul piano culturale ancor prima che economico. E al centro di tutto questo c’è l’Europa: «Abbiamo la necessità di affiancare al Green Deal una vera politica industriale continentale per aiutarci a restare al passo della corsa globale, a quella per una politica energetica comunitaria» dice Grassi.
TRE MAPPE PER IL FUTURO
I temi che la «fabbrica Europa», auspicata da Confindustria, dovrà affrontare e sviluppare sono tanti: dai piani finanziari a sostegno della capacità produttiva industriale nei settori strategici, al tema dello sviluppo del trasporto intermodale. Dai piani di investimento del sistema aeroportuale per la transizione ambientale, sino al passaggio ad un’economia dei dati. «La complessità non si affronta battendo i pugni – sottolinea il presidente di Confindustria Varese ma dimostrando di avere visione e competenza. Solo così si possono affrontare situazioni di crisi permanenti». Per percorrere questa nuova strada, secondo gli industriali, occorrono tre mappe: quella dell’uomo, dell’economia e dell’innovazione.
LA MAPPA DELL’UOMO
Riguardo alla prima il Vecchio Continente deve tener conto di due fattori: da una parte prendere atto che oltre il 50% della popolazione mondiale vive in Asia, dall’altra fronteggiare una curva demografica interna che non cresce da tempo. Confindustria Varese chiede «un’azione di sistema indispensabile per poter garantire una qualità della vita che passa anche da un livello di salari netti adeguato» e «un taglio strutturale del cuneo fiscale». Un’azione di sistema che nella visione degli industriali coinvolge non solo gli attori economici, tra cui il sindacato ma anche quelli culturali e sociali.
LA MAPPA DELL’ECONOMIA
Nella mappa dell’economia Grassi colloca la “biodiversità economica” che va difendere e valorizzata « con politiche industriali e tutele differenziate che vanno negoziate in sede europea». Su questo punto Grassi cita Emanuele Orsini il presidente di Confindustria nazionale secondo cui: «Bisogna combattere atteggiamenti ideologici mediante un’interlocuzione sempre più forte a livello europeo e cercando di sedere ai tavoli di discussione prima che le proposte arrivino a noi». Questa visione va poi condivisa a livello locale agendi su cinque linee di intervento: infrastrutture di contesto favorevoli (che vede Malpensa come un nodo strategico), energia, messa a terra della transizione digitale e della sostenibilita e aumento della produttività. «Chiediamo una strategia-Paese di lungo periodo» dice il presidente degli industriali varesini.
LA MAPPA DELL’INNOVAZIONE
La mappa dell’innovazione è strategica perché in grado di ridisegnare gli equilibri di un’intera economia territoriale. E su questo punto Grassi è a dir poco perentorio: «Nuove idee, nuove tecnologie generano nuovi investimenti e aumentano la produttività di tutti noi e la competitività del sistema. Ne siamo così coscienti che la costruzione di un ecosistema dell’innovazione e sviluppo delle startup, a partire dai nostri cluster industriali territoriali, è diventata il centro dell’azione di rinnovamento competitivo che abbiamo intrapreso con il Piano Strategico #Varese2050». Serve insomma un acceleratore d’impresa e di innovazione e su questo punto Confindustria Varese, facendo riferimento al piano strategico, ha già posto le basi per la creazione del Mill a Castellanza, dove ha sede l’università Liuc. La futura cittadella del sapere e del saper fare, superata la fase autorizzativa, è entrata in quella progettuale.
UN’AZIONE DI SISTEMA
Grassi quando parla di innovazione insiste sull’azione di sistema. Confindustria Varese sta allargando le maglie di una rete di collaborazioni che comprende, oltre all’ateneo di Castellanza, gli Its, il Jrc di Ispra, il Politecnico di Milano, l’Istituto italiano di tecnologia, il Kilometro Rosso. E ancora: ComoNext, InnoVits, Sodalitas e Fondazione Ergo. Grassi sul finale tiene fede alla proverbiale concretezza degli imprenditori della provincia di Varese e conclude con un’esortazione ai tanti colleghi presenti: «Invito le imprese a tenere gli occhi spalancati sul mondo e a farlo partecipando alla fitta rete di attività che, come Confindustria Varese, stiamo proponendo».
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