Beko: in Italia a rischio tre stabilimenti tra cui quello di Cassinetta
Nell'incontro al Mimit la multinazionale turca ha presentato il piano strategico relativo all'Italia. Gli stabilimenti nei settori del lavaggio (Comunanza) e della refrigerazione (Cassinetta e Siena) sono destinati alla chiusura
Nel corso dell’incontro al Mimit tra i sindacati di categoria, Fiom, Fim e UIlm, e Beko Europe, la multinazionale turca ha presentato il piano strategico relativo agli stabilimenti italiani, alludendo alle chiusure delle filiere del lavaggio e della refrigerazione, che riguarderebbero gli stabilimenti di Comunanza (Ascoli Piceno), di Siena e di Cassinetta di Biandronno (Varese).
L’azienda prospetta chiusure a causa della riduzione del 50% dei volumi produttivi per la concorrenza con il mercato asiatico, di perdite consistenti di utili anche nel 2024 e dell’utilizzo di meno del 40% della capacità installata degli stabilimenti italiani.
In particolare, solo la filiera del cooking presente a Melano (Ancona) e in parte a Cassinetta risulta per l’azienda vantaggiosa dal punto di vista delle tecnologie e dell’innovazione di prodotto. Mentre gli stabilimenti di Beko in Italia nei settori del lavaggio (Comunanza) e della refrigerazione (Cassinetta e Siena) sarebbero destinati alla chiusura.
Nel nostro Paese rimarrebbe quindi solo la linea del cooking, inclusa la ricerca e sviluppo e il global industrial design, oltre allo stabilimento di Carinaro (Caserta) che è centro per ricambi.
«Riteniamo si stia per completare il piano di disimpegno dall’Italia – commenta Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom Cgil- come avevamo già denunciato quando Arçelik ha chiuso l’accordo con Whirlpool per la nascita di Beko Europe per il rischio di sovrapposizioni di produzioni e stabilimenti. Al Governo abbiamo chiesto di chiarire in che modo intenda garantire i posti di lavoro e gli stabilimenti. È chiaro che il Golden Power annunciato non funziona, serve una garanzia reale di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. È per questo che insieme alle altre organizzazioni sindacali e alle lavoratrici e ai lavoratori, organizzeremo la nostra lotta contro l’ennesima, inaccettabile dismissione industriale».
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