Sciopero degli operai alla Moris di Brebbia, «Condizioni di lavoro inaccettabili»
«Non ce la facciamo più - spiegano i sindacati -. Lavoriamo in un clima di austerità eccessivo e senza che ci siano vere motivazioni. Alcuni dipendenti sono dovuti andare dallo psicologo»
Diciotto operai della Moris Italia srl, azienda di Brebbia impegnata nella costruzione di componenti per ascensori, hanno scioperato martedì 26 luglio di fronte ai cancelli dello stabilimento per protestare contro le condizioni di lavoro, considerate ormai insopportabili.
Coordinati dalla Fiom Cgil, gli operai hanno sottoposto quattro problematiche principali alla dirigenza dell’azienda: la mancanza di una mensa, l’austerità nei confronti dei lavoratori ritenuta eccessiva, lo stop a incentivi e aumenti e i continui spostamenti di ruolo. Ciò che i dipendenti denunciano, però, è in generale la formazione di un ambiente lavorativo più severo che non prende in considerazione le loro esigenze.
«L’austerità – spiegano i sindacati – a cui sono sottoposti i lavoratori non è giustificabile. Solo nell’ultimo periodo sono state inviate 22 lettere di richiamo e tutte per piccolezze. In 40 anni di Moris non si è mai visto qualcosa del genere. Inoltre, non si parla più di incentivi o di aumenti. Non possiamo godere dei superminimi, ormai tutti assorbiti, e l’azienda non risponde alle nostre esigenze da anni».
«La pressione sui dipendenti è troppa, non ce la facciamo più – aggiungono -. Alcune figure importanti dell’azienda se ne sono già andate, mentre altri dipendenti hanno dovuto ricorrere allo psicologo. Non riusciamo a vedere un motivo reale che possa giustificare tutto questo. L’azienda è sempre stata sana, non ha debiti e di recente ha anche effettuato grossi investimenti sul territorio. Stiamo cercando l’incontro con l’azienda per trovare una soluzione, ma siamo pronti a continuare la protesta se necessario».
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