Via libera della Camera all’accordo fiscale sui frontalieri, ora tocca al Senato
Consenso bipartisan dei parlamentari varesini per il voto alla Camera, anche se non mancano critiche sull'accordo per il telelavoro, che per ora resta legato alla scadenza del 30 giugno
La Camera nella seduta odierna ha approvato, con alcuni interventi migliorativi rispetto al testo originario, la ratifica dell’accordo fiscale tra Italia e Svizzera sui lavoratori frontalieri. Ora si attende l’ultimo definitivo passaggio, con il voto del Senato.
L’approvazione del provvedimento è stata seguita con particolare attenzione dai parlamentari varesini e comaschi, che esprimono soddisfazione per l’ulteriore importante passaggio di oggi alla Camera.
«Un risultato importante che tutela i diritti acquisiti dai “vecchi” frontalieri e che conferma i ristorni ai Comuni di frontiera – dice il deputato Stefano Candiani della Lega – Grazie all’assiduo lavoro della Lega, che ha seguito passo a passo la legge, abbiamo ottenuto l’innalzamento della franchigia per tutti i frontalieri della fascia di confine e fuori fascia, e l’aumento della Naspi. Per la prima volta sono previsti fondi per sostenere lo stipendio dei lavoratori italiani non frontalieri dei comuni di confine. Occorre garantire anche all’economia dei territori italiani di confine regole equivalenti, o comunque prossime, a quelle dei i territori svizzeri di confine, in modo tale da rendere più omogenea la capacità di competere dei territori confinanti. Per questo abbiamo ottenuto dal governo l’impegno a valutare l’importanza di istituire una Zes-zona economica speciale delle aree di confine per le province di Verbano Cusio Ossola, Varese, Como e Sondrio. Da non dimenticare un importante passo per normalizzare i rapporti fiscali tra i due Paesi: l’uscita della Svizzera dalla “black list”, inserita proprio nella legge di ratifica. Infine sono stati approvati ordini del giorno della Lega per garantire il vecchio regime fiscale ai lavoratori frontalieri con permesso rilasciato entro il 31 dicembre 2023».
Valutazione molto positiva anche da parte dell’onorevole Andrea Pellicini di Fratelli d’Italia, che mette l’accento in particolare sulla questione del telelavoro per i frontalieri: «Il voto positivo alla Camera è un risultato importante. Il Governo ha dato una risposta positiva alle nostre istanze parlamentari, introducendo attraverso un apposito emendamento la regolamentazione dello smart working per i frontalieri, i quali potranno destinare a questa modalità il 40% dell’orario lavorativo. Più qualità della vita delle persone e meno traffico sulle strade con beneficio per l’ambiente. Ora spetta al Senato, nelle prossime settimane, approvare in via definitiva questa legge che rafforza ancora di più le storiche relazioni di amicizia tra Italia e Svizzera».
Un parere favorevole viene anche da Maria Chiara Gadda, deputata di Azione-Italia Viva, che però critica il provvedimento sul telelavoro: «Con il voto di oggi alla Camera facciamo un ulteriore passo in avanti verso la ratifica di un accordo che i nostri territori di confine con la Svizzera attendono da anni. Ora il Senato approvi in fretta, serve ammodernare il sistema dal punto di vista giuridico e fiscale, attuare le nuove misure a sostegno delle imprese e dei territori di frontiera, e soprattutto vedere riconosciuti e garantiti i diritti di quasi 90mila lavoratori italiani. Un’unica amarezza: sul telelavoro siamo ancora lontani dall’individuazione di una soluzione strutturale, peccato che la maggioranza non abbia dato parere favorevole ad un mio emendamento di buonsenso. Questo testo è frutto di una concertazione positiva che ha trovato nel memorandum d’intesa con l’associazione italiana comuni di frontiera, parti sociali, e sindacati il punto più qualificante, e raggiunge obiettivi che soltanto pochi anni fa erano impensabili. Consente infatti di non penalizzare gli attuali lavoratori transfrontalieri. Quanto ai nuovi assunti dal 2024, bene l’innalzamento della franchigia da 7500 a 10000 euro. Importante anche aver garantito le risorse per i comuni, necessarie per sostenere servizi e opportunità per migliaia di cittadini e imprese. La novità, inoltre, del fondo che oggi è di 1,66 milioni ma che a regime entro il 2045 potrà contare su 220 milioni di euro, consentirà di riconoscere le peculiarità di un territorio bellissimo ma complesso in termini infrastrutturali e dove le imprese italiane scontano una concorrenza enorme sul costo del lavoro rispetto alla Svizzera. E’ rimasto tuttavia irrisolto il nodo del telelavoro. Chiedo quindi al ministro Giorgetti di dare corso agli impegni che anche con me aveva preso a febbraio in aula. Si rinnovi subito l’accordo amichevole, avere inserito nel testo approvato oggi la data del 30 giugno è semplicemente inutile».
Spinge su una risposta definitiva alla questione del telelavoro anche il senatore varesino del Partito Democratico Alessandro Alfieri: «Bene il passaggio di oggi con il voto positivo alla Camera, ma occorre una soluzione veloce e definitiva alla questione dello smart working, su cui avevamo presentato uno specifico ordine del giorno. Il Governo deve accelerare per raggiungere un accordo definitivo che dia certezze ai lavoratori frontalieri. Faremo pressione perché si arrivi velocemente al voto definitivo dell’accordo fiscale in Senato».
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