Il sindacato: «Quelli di Firenze sono omicidi sul lavoro». A Varese all’ispettorato del lavoro manca il 70% dell’organico
I delegati sindacali degli edili e dei metalmeccanici di Cgil e Uil riuniti in presidio davanti all’Ispettorato del lavoro in via Sanvito
«La strage di Firenze», la chiamano così i sindacalisti di Varese. Dopo quanto è accaduto nel capoluogo toscano, è evidente che l’indignazione non basta più. I delegati sindacali degli edili e dei metalmeccanici di Cgil e Uil, riuniti in presidio davanti all’Ispettorato del lavoro in via Silvestro Sanvito, parlano di «omicidio sul lavoro» rivendicando un reato nuovo, sulla scorta di quanto è avvenuto con l’omicidio stradale. Accanto a loro ci sono anche i rappresentanti sindacali degli ispettori del lavoro della sede di Varese, determinati a denunciare una situazione strutturale non più sostenibile: in provincia di Varese manca il 70% dell’organico. Quanto basta a creare un senso di frustrazione e impotenza nella lotta a un fenomeno che vede l’Italia tra i paesi messi peggio in Europa.
Stefania Filetti, segretaria provinciale della Cgil, e Antonio Massafra, segretario provinciale della Uil, hanno spiegato la situazione in cui versa il sistema degli appalti e dei subappalti che regna nell’edilizia privata e dell’incapacità dello Stato di arginare un fenomeno che in questo Paese sembra inarrestabile, anche se è così. Tra gli esperti c’è una massima secondo cui gli infortuni su lavoro non capitano mai per caso. Ci sono sempre responsabilità precise.
«In Italia non funzionano due cose – dice Filetti -. Ogni volta che c’è un omicidio sul lavoro, perché è così che vanno chiamati, ci sono ministri, istituzioni ed enti che dicono la loro su cosa è successo e della necessità di fare indagini. In realtà in questo Paese c’è una scarsa attenzione alla sicurezza sul lavoro. Noi abbiamo una altissima legislazione ma al contempo non sono stati fatti gli investimenti necessari, c’è una burocrazia che anziché liberare tempo per gli ispettori li inchioda alle loro scrivanie a preparare scartoffie. La verità è che non ci si crede fino in fondo che questa piaga può essere risolta».
Nel sottolineare questo ultimo passaggio, la segretaria della Cgil rimarca il fatto che questa volta i sindacati sono davanti all’ispettorato del lavoro per protestare insieme agli ispettori, penalizzati nel loro lavoro dalla mancanza dei necessari investimenti per rimpolpare un organico ridicolo in termini di numeri. In provincia di Varese a fronte di 58mila aziende attive che danno lavoro a 380 mila persone, in forze all’ispettorato ci sono solo 13 ispettori ordinari e 3 ispettori tecnici su un totale di 32 lavoratori, ma essendoci una carenza cronica di personale amministrativo, gli ispettori che dovrebbero andare a controllare le aziende devono sobbarcarsi anche una parte di lavoro amministrativo sottraendo tempo alle ispezioni.
«Nel settore delle costruzioni – sottolinea Antonio Massafra – è stata fatta una modifica al codice degli appalti che non va nella direzione giusta. Andare ulteriormente ad autorizzare la catena dei subappalti è stato un grave errore a cui noi chiediamo di porre rimedio. Non solo in termini di numero di aziende ma anche relativamente al numero di lavoratori autonomi che spesso entrano all’interno della organizzazione del lavoro e si sopvrappongono con altre maestranze senza che ci sia un vero coordinamento quotidiano su come bisogna operare giorno per giorno nel cantiere. E poi c’è un problema di rapporti numerici: noi abbiamo un ispettore ogni 30mila lavoratori. E allora se dentro i cantieri si ha la certezza che non saranno mai controllati è intuibile la ragione perché noi abbiamo questo triste primato».
La giornata è proseguita a partire dalle 15 in Prefettura dove una delegazione di Cgil e Uil e di rappresentanti delle categorie degli edili della Fillea Cgil e Feneal Uil e dei metalmeccanici della Fiom Cgil e della Uilm Uil è stata ricevuta per oltre un’ora dal Prefetto Salvatore Rosario Pasquariello che anche in altre occasioni ha dimostrato grande sensibilità su questo tema. La delegazione, guidata da Massafra e Filetti, ha preso l’impegno di realizzare a breve una relazione da consegnare al Prefetto.
In questa giornata di protesta in provincia di Varese non può essere ignorata l’assenza della Cisl dei Laghi. «Siamo in una fase di alleanze un po’ strane – sottolineano i due segretari – e alle volte succedono cose che anche per noi rappresentano dei punti interrogativi. Ma vogliamo vedere la parte positiva e cioè che i nostri rapporti qui in provincia di Varese continuano con un’azione condivisa e con la ricerca di azioni sindacali unitarie a prescindere da quello che succede a livello nazionale. Con la Cisl dei Laghi abbiamo firmato protocolli importanti con la Prefettura e con Confindustria Varese relativamente alle best practice, abbiamo tavoli aperti, facciamo interventi unitari di sensibilizzazione e formazione. Noi abbiamo scelto la via dello sciopero, loro no».
Il segretario nazionale della Cisl Luigi Sbarra, durante un’assemblea della Filca, la categoria degli edili della Cisl, ha dato il via a una mobilitazione nazionale.
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