“Bruno era capace di far ridere in modo naturale. Sua moglie Rosy è stata il suo angelo”
A ricordare Bruno Arena, scomparso nella serata di martedì 27 settembre, è uno dei suoi migliori amici amici di vecchia data, Marco Natola, apprezzato avvocato varesino
«Bruno ha sempre avuto una vena comica naturale, era una persona generosa e amata. Voleva bene a Varese e Varese gli voleva bene». A ricordare Bruno Arena, scomparso nella serata di martedì 27 settembre, è uno dei suoi migliori amici amici di vecchia data, Marco Natola, apprezzato avvocato varesino (nella foto i due abbracciati, giovanissimi).
«Siamo reciproci testimoni di nozze e sono anche padrino di suo figlio Gianluca. Abitavamo vicino da ragazzi, siamo amici dai tempi del liceo, lui ha fatto l’artistico, io lo scientifico, uscivamo in compagnia insieme – racconta, commosso, Natola -. Era capace di far ridere ma nemmeno se ne accorgeva, gli veniva naturale. Da giovane quasi se ne vergognava, poi la sua vena comica è esplosa dopo l’incidente del 1984, quando ha cominciato ad esibirsi nei locali, al Fuori Posto, all’Arlecchino, sempre pieni grazie al passaparola fin dall’inizio».
Natola ricorda il momento della svolta, quando da comico di provincia Bruno Arena, insieme Max Cavallari, divennero volti noti in tutta Italia: «Nel 2000, al DopoFestival, quando lo chiamò Fabio Fazio: fu lì che ci fu il primo slancio di celebrità vera e da lì partì una vera e propria escalation, culminata credo nel film Pinocchio di Roberto Benigni. Bruno e Max vennero scelti per recitare nel ruolo de Il Gatto e La Volpe e guadagnarono le luci della ribalta – continua l’amico Natola -. Ho avuto la fortuna di conoscere Benigni grazie a Bruno, aveva un ricordo piacevole di quell’esperienza e aveva stretto un rapporto positivo con l’attore toscano».
Uno degli aspetti che sottolinea Natola è il legame con il mondo dello spettacolo, conservato anche dopo la malattia grazie alla moglie Rosy: «Lei è stata il suo angelo, ha creduto nel recupero , lo ha seguito, curato, tenuto legato con un’energia e una perseveranza uniche – prosegue l’avvocato -. In moltissimi colleghi, comici, cantanti, attori sono venuti a trovarlo negli ultimi anni: Boldi, Iacchetti, Belli, ma anche Claudio Baglioni, idolo di Rosy, quando è venuto a Varese ha insistito perchè Bruno fosse al concerto. C’è stata tanta solidarietà dal mondo che è stato suo, come anche da tutte le altre realtà che Bruno ha frequentato nella sua vita, dal mondo sportivo a quello della scuola. Non si poteva non volergli bene».
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