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Maria Antonietta: “Ho intenzione di fare tutto quello che mi pare”

La cantautrice, sabato 24 maggio, sarà in concerto a Luino con i brani del suo nuovo album "Sassi". A seguire terrà un incontro in biblioteca dove racconterà i suoi libri preferiti

Il caschetto è così da quando ha tre anni. E’ quello che le ha fatto sua mamma quando era bambina. Ma per tutto il resto, Maria Antonietta, sembra in continuo cambiamento. Nata a Pesaro, ventisette anni fa, si definisce «sincera, selvaggia e innamorata». A marzo ha pubblicato il suo ultimo album dal titolo "Sassi", lavoro che l’ha confermata come uno dei nastri nascenti della musica indipendente in Italia. Un lavoro che descrive come «sincero, selvaggio e innamorato». Definizioni che si ripetono, ma non a caso. Basta ascoltare le sue canzoni infatti, per capire che i testi di Maria Antonietta raccontano di esperienze vissute, momenti non dimenticati, sensazioni provate. E se vi state chiedendo se il nome "Maria Antonietta" è un omaggio alla regina di Francia, la risposta è si, perchè all’anagrafe la ragazza con i capelli rossi fa Letizia Cesarini.
«E’ stata una donna sensibile e intelligente ma profondamente invisa e profondamente incompresa. Il mio vuole essere un omaggio a lei ma anche una rivincita, visto che io, al contrario di quanto le è accaduto, ho intenzione di fare tutto quello che mi pare». 
Maria Antonietta sabato 24 maggio, sarà in concerto a Luino per la manifestazione "Fuori chi legge" dove, oltre al live, terrà un incontro in biblioteca, dopo la mezzanotte, dove racconterà dei suoi dieci libri preferiti (aperte le iscrizioni). Alle 19 invece, parteciperà alla tavola rotonda accanto Wu Ming e Amir Issaa (ingresso libero).

Ascolta l’intervista di Maria Antonietta ai microfoni di NeverWas Radio

Il "tutto" inizia grazie all’incontro con l’entourage di Piccica Dischi, come è nata questa collaborazione?
«Sono entrata in contatto con Matteo Zanobini, che è il manager di Dario Brunori. Ero in giro a suonare i miei brani in inglese, chitarra e voce. Un giorno mi ha detto: se scrivi in italiano, magari, facciamo un disco insieme. Era un po’ che ci stavo pensando e ci ho provato. Gli ho mandato delle canzoni registrate e abbiamo fatto il disco. Tutto è nato sull’onda della casulità»

Quando eri bambina sognavi di diventare cantante o è un percorso che ti sei trovata a vivere?
«Ho sempre amato scrivere, fin da quando ero molto piccola. Ho sempre avuto una vocazione, soprattutto nel comunicare. Il mio interesse prioritario è il testo. I miei brani nascono dalle mie esperienze, da quello che vivo e che provo. La scrittura per me è un modo di rielaborare alcuni accadimenti della vita»

Rispetto al precendete lavoro, "Sassi" è un disco meno gridato ma con tematiche ugualmente forti…
«Questo disco è più violento del primo, anche se non sembra. Nel primo ci sono rabbia e inquietudine gridate e urlate. In questo secondo lavoro, ci sono ugualmente ma sono l’espressione di sentimenti che non vengono narrati sull’onda di un’emozione, al contrario sono più mirati. E’ un disco dove c’è una maggiore consapevolezza di quello che dico, cosa che lo rende più spietato. E’ un disco più ricco anche dal punto di vista sonoro, avevo voglia di provare cose nuove»

Si legge un cambiamento, che immagino, ci sia stato anche a livello personale…
«Sì e lo si legge anche dal percorso che delineano i brani. Sono legati alla mia crescita personale. In questo lavoro, come ti dicevo, c’è rabbia ma ci sono anche spiragli di felicità e di amore. Tutte cose che mi sono successe nell’ultimo periodo, che mi fanno sentire più consapevole e quindi mi permettono di scrivere in modo diverso»

A proposito di consapevolezza, "Ossa" è un brano molto forte: è una richiesta d’aiuto o, al contrario, il grido di chi ormai ha imparato a difendersi?
«La seconda. Ad un certo punto dice "sono bella, sono anche intelligente…", una frase che può sembrare provocatoria ma, invece, per me è un verso liberatorio. Mi sono resa conto che, molte volte, le donne non credono di potersi meritare la felicità. L’ho pensato anche io per molti anni ma poi ho capito che non è così. Tutte le volte che canto quella canzone, vuole essere un momento liberatorio per me ma anche per tutte le donne»

Un mondo maschilista che vale anche per le cantautrici?
«Sì, credo che ci sia una visione molto maschilista. La cosa più triste è che, molte volte, siano proprio noi donne a dare questa visione di noi: quando ci mettiamo in competizione con le altre per esempio, o quando scriviamo brani edulcorati, dolci e romantici. Sì, le donne sono questo ma sono anche tanto altro. Raccontiamoci per quello che siamo. Solo quando avremo una visione libera di noi le cose potranno cambiare»

Citi spesso Gesù, è una cosa curiosa. Che rapporto hai con la religione?
«Per me Gesù, più che la religione, fa parte della mia vita e così entra naturalmente nei miei brani. Quando mi interrogo sulla vita, sulla felicità, quando ho momenti di sconforto, mi viene naturale cercare qualcuno che ne sa e quindi mi confronto con lui. Quando ho voglia di parlare con qualcuno che può emanciparsi da questa realtà, a volte misera e non sembre facile, lo cerco»

Cosa ti rende felice?
«Ora sono molto felice perchè ho una persona a fianco con cui sto progettando un futuro, cosa che non avevo mai fatto prima. Una cosa che mi da un sacco di energie, anche per fare tutto il resto»

Stai già lavorando ad un nuovo disco?
«No, sono pigra. Per ora mi concentro sui concerti…»

Come nascono i tuoi brani? 
«Nascono da quello che vivo. Se ho l’ispirazione li scrivo in mezz’ora. Poi ho la perversione di non toccarli più, di non tornarci sopra. Mi piace l’idea che un brano mantenga le sensazioni del momento in cui l’ho scritto».

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Pubblicato il 22 Maggio 2014
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