Flutur, dalla musica di strada sul Lago Maggiore ai concerti nelle venue di Denver
Col suo Rav e le sue melodie Alessio Cazzaniga ha stupito le venue e discografici americani. Tuttavia in Italia riesce al massimo a esibirsi per strada e fa fatica a suonare nei locali. Al momento Flutur prepara un nuovo set in attesa di partire di nuovo per gli USA
A leggerle, le sue avventure sembrano delle sceneggiature perfette da proporre a un regista di Hollywood. Invece il percorso di Alessio Cazzaniga, in arte Flutur, non solo è una storia vera, ma dà anche spunti per riflettere su quanto in Italia vivere di musica possa essere insostenibile.
Di lui ne avevamo già raccontato un anno fa, quando ritornò da una vera e propria odissea, un richiamo verso la “sua Grecia” che inaspettatamente, mentre si esibiva per le strade del Dodecaneso, lo portò davanti a giudici di Ellada Eheis Talento (l’equivalente ellenico di Italia’s got Talent) a ricevere quattro “sì”, mettendo d’accordo tutti i giurati del programma televisivo su un talento fuori discussione. «Amiamo la tua musica e la tua anima» questo l’apprezzamento ricevuto sulla televisione nazionale greca.
Pur senza raggiungere la finale del programma, l’esperienza in televisione aveva dato dunque certezze e un ottimo biglietto da visita al polistrumentista nativo del Basso Verbano, sempre in movimento tra Dormelletto, Sesto Calende e Besozzo.
Ma una volta tornato in Italia le cose non sono andate proprio secondo le aspettative: pochissimi i locali pronti ad accogliere lui e il suo “set”, anche se una scuola di musica locale lo ha scelto per insegnare il suo singolare strumento che si porta sempre dietro, il Rav – percussione di metallo della famiglia degli idiofoni.
DAL CARRELLO PORTAPACCHI DI MILANO ALLE VENUE DI DENVER
Nel frattempo un incontro, anche questo del tutto inaspettato, ha permesso a Flutur di prendere “l’ascensore verso gli Stati Uniti”, dove è potuto esibirsi ed entrare in contatto con l’industria musicale internazionale, mondo che lo scorso inverno l’ha accolto per una tournée di concerti in diverse “venue” di Denver e del Colorado, stato statunitense che lo ospiterà anche quest’estate.
«Per promuovere la mia musica a settembre avevo deciso di esibirmi a Milano attraverso la piattaforma Stradarte, che permette agli artisti di strada di avere a disposizione una “piazzola” dove mettersi in mostra – racconta -. In quei giorni ero così ospite sui Navigli da un mio carissimo amico, Massi, il ragazzo che ha disegnato il mio logo, la “farfalla” di Flutur (parola che in albanese fa proprio riferimento all’animale, ndr.). Per l’esibizione in Piazza Duomo avevo preparato un set particolare, che ho dovuto trasportare su un carrello portapacchi. Il peso totale era di quasi 100 kg ed era troppo ingombrante per l’ascensore dell’appartamento».
Come trasportarlo allora? A mano, dall’ascensore dei Navigli fino a Piazza Duomo, per diversi chilometri: «Non ci ho pensato tanto a fare questa “follia”. Non serve coraggio, a volte alcune cose si tratta solo di farle o meno. Trasportando il mio set per Milano inoltre ho notato quanto poco la città sia accessibile, i pedoni e persone con disabilità si muovono a fatica tra tante barriere architettoniche».
L’esibizione nella principale piazza meneghina riscuote un buon successo: diverse le offerte, così come i curiosi che si passano a fermare, catturati dalla musica di Flutur. «Tra la folla si fermano anche tre passanti stranieri, a Milano per seguire una tribute band dei Grateful Dead, tra questi c’è Kevin Courtney, A&R per l’etichetta americana Hakuna Matata Enterprises. Lui mi vuole subito con sé negli USA, ed è disposto a pagarmi il volo. Per fortuna si è dimostrato da subito una persona gentile e premurosa – confessa -, perché qui in Italia in certi momenti, vivendo solo di musica, è stato difficile persino riuscire ad arrivare dal distributore di benzina. Per l’etichetta invece è bastata un’esibizione di quindici minuti a Milano per decidere di fare un investimento su di me. Sono stato fortunato? L’imponderabile è ovunque, credo che alla base ci sia però sia una differenza abissale: il fare o il non fare le cose, solo dopo arrivano talento e possibilità».
Non senza fatica, Flutur si trova così a gennaio dall’altra parte dell’Atlantico per tre date live e un contratto da firmare con l’Hakuna Matata Ent.:«Ci sono stati alcuni contrattempi al momento del volo e sono partito con un giorno di ritardo, ma alla fine ho raggiunto Kevin in Colorado. Non ero pronto per il freddo di Denver, in inverno le temperature toccano anche i -20 e i miei bagagli erano quasi unicamente destinati agli strumenti che mi servivano per suonare, alcuni vestiti li ho dovuto cacciare dentro in valigia a forza. Fin dal primo giorno mi sono accorto di come funzioni, nel bene e nel male, l’industria musicale in America, della considerazione che gli artisti ricevono. Prima di esibirmi nelle “venue” dovevo firmare dei contratti con dei vincoli, in modo da rispettare una sorta di calendario delle esibizioni di altri artisti nei locali vicini. Regole che naturalmente valgono per tutta la scena musicale attorno a Denver».
«Il ricordo più bello della mia breve tournée? – gli chiediamo -. Al Your Mom’s House. Finito il concerto davanti a 400 persone un ragazzo mi abbraccia mentre un secondo si avvicina e mi dice, me lo ricordo ancora molto bene: “This is next level shit” (espressione urban che impropriamente si può tradurre con “Questa è roba forte“). Un entusiasmo che mi ha fatto impressione, soprattutto contrapposto al fatto che qui in provincia nessun locale mi dà spazio, neanche per serate a 70 euro. Se ci penso mi viene addosso davvero tanta rabbia, da dire: “Vaffanculo, sono stufo di un certo nepotismo, dell’indifferenza e inconsapevolezza nei confronti di una componente della realtà che risiede un po’ ovunque, dai jingles delle suonerie dei telefoni alle colonne sonore dei blockbuster. Quando racconto la mia situazione in Italia a Kevin lui fa fatica a comprendere».
LO STUDIO DI REGISTRAZIONE AD ANGERA
In attesa di ritornare nuovamente negli USA, sempre in Colorado, per il Drishti Beats Festival di luglio, Flutur al momento è al lavoro in un singolare studio di registrazione ad Angera, per registrare un disco e preparare un concerto a Cadrezzate con Osmate. Quali sono, invece, i progetti più imminenti? «Ho da poco firmato un contratto con Rav Vast come ambassador, sono in attesa del mio terzo rav. Lo sto aspettando con la stessa ansia ed eccitazione di quando comprai il primo – conclude – È a 432 hertz. Al di là delle speculazioni, lo trovo più vicino all’equilibrio universale. Poi ognuno scelga il colore che preferisca per i propri quadri. Per me è solo un colore, ma è un colore migliore».
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