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“Referendum trivelle, ecco perché dico No”

La posizione di Alessandro Franzetti del comitato “Ottimisti e Razionali" già presidente del Consiglio Comunale di Luino

Avarie

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Alessandro Franzetti Comitato “Ottimisti e Razionali” già presidente del Consiglio Comunale di Luino

Il referendum del 17 aprile propone l’abrogazione della norma che concede di protrarre le concessioni per estrarre idrocarburi entro 12 miglia nautiche dalla costa sino all’esaurimento della vita utile dei rispettivi giacimenti.
Parrebbe un quesito molto tecnico e arido, in realtà solleva gravi preoccupazioni che travalicano il suo specifico contenuto.

Il settore energetico è fondamentale per ogni nazione; l’Italia, pur non avendo molte risorse di combustibili fossili, è stato uno dei primi paesi al mondo a estrarre petrolio.
Il nostro sottosuolo non è certamente ricco di idrocarburi, tuttavia la nostra industria energetica e i servizi a essa collegati sono tra i migliori al mondo.
Nei nostri mari sono presenti molte piattaforme che, in una condizione di massima sicurezza, permettono l’estrazione di quelle che oggi sono le fonti energetiche principali: metano e petrolio.

In caso di vittoria del SI aumenterebbe la già cronica dipendenza energetica del nostro paese dall’estero, in particolare da stati a elevata rischiosità politica.
Inoltre sarebbero a rischio molti posti di lavoro legati alle piattaforme e all’indotto: per questo motivo i sindacati più responsabili si sono schierati contro questo referendum.

Questo referendum costa dai 300 ai 400 milioni di euro e se passasse sancirebbe la vittoria dell’ambientalismo ideologico sul buonsenso e sullo sviluppo sostenibile.
E’ sbagliato che interessi localistici prevalgano su quelli generali e strategici del nostro paese, senza giovamento per nessuno.
La vittoria del SI comprometterebbe la nostra industria legata all’attività mineraria.

Tutti vorremmo un mondo che funzioni con energia pulita: tuttavia bisogna essere realisti e valorizzare nel frattempo le risorse di cui disponiamo, cercando di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente.

Per tutti questi motivi, e per molti altri ancora, sono contrario a questo referendum e ho aderito al comitato “Ottimisti e Razionali” perché ritengo che con il catastrofismo e con le false promesse non si vada da nessuna parte.
L’Italia ha bisogno di certezze e non di facile demagogia o, peggio ancora, di tentativi impropri di spallate al governo Renzi.

Alessandro Franzetti
Comitato “Ottimisti e Razionali
Già presidente del Consiglio Comunale di Luino

Pubblicato il 06 Aprile 2016
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