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Robecchi: “Mai come in questi giorni mi sono sentito lombardo”

Con una lettera lo scrittore Alessandro Robecchi si sfoga dopo l'editoriale del nostro direttore. "Volevo solo dirle che state facendo un gran lavoro, che ogni tanto leggendovi penso che la parola informazione abbia ancora qualche valore"

Libri - Scrittori generico

Caro Marco,

non so se si ricorda di me, ma ci siamo incrociati un paio di volte, su VareseNews.

Mi scusi l’intrusione, immagino siamo giornate pesanti. Volevo solo dirle che state facendo un gran lavoro, che ogni tanto leggendovi penso che la parola informazione abbia ancora qualche valore. Sto a Milano, non c’entro niente con Varese, ma mai come in questi giorni mi sono sentito lombardo, parte di un popolo che mi sembra ancora incredulo e sull’orlo della rabbia.

Ho letto il suo editoriale, i comportamenti assurdi delle Ats, della Regione Lombardia, la gestione dissennata di questa crisi, le meschinità, i comportamenti criminali, i silenzi sospetti. Dei grandi lombardi ho amato Gadda, tantissimo, e Testori, e naturalmente il “mio” Scerbanenco, e Mastronardi, ingiustamente dimenticato. Tutti hanno scolpito con le parole le pieghe di questo popolo, le facce, le vite, non sempre gradevoli ma sempre vive. E’ gente che non merita quello che le sta succedendo, non merita capi così cinici e felloni.

Tutto qui, mi scusi lo sfogo, serviva solo a dire bravi, continuate.

Con stima

Alessandro Robecchi

Pubblicato il 12 Aprile 2020
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