“Nessuno conosce Sesto meglio di noi”
Sergio Tredici è il candidato di Insieme per Sesto la lista che da quindici anni guida il comune del Ticino. 59 anni, cardiologo, ha iniziato la carriera politica come presidente del comitato di quartiere dei Molini
Un patto con i cittadini che dura da quindici anni. È quello di Insieme per Sesto la lista, vicina al centrosinistra, che da così tanto tempo guida il comune del Ticino. Alle elezioni del 6 e 7 giugno sarà Sergio Tredici il candidato di punta del gruppo, dopo la rinuncia del sindaco Eligio Chierichetti a ricandidarsi. Tredici ha 59 anni ed è medico cardiologo all’ospedale di Busto Arsizio. La sua esperienza politica a Sesto Calende è iniziata nel 2004 quando fu eletto consigliere nella lista guidada dal primo cittadino ed è continuata con l’incarico di presidente del comitato di quartiere dei Mulini.
Tredici, come è nata la decisione di candidarsi?
«Le rispondo con un parallelo tra questo impegno e la mia professione. Un medico deve mettersi completamente a disposizione dei suoi pazienti e io voglio fare lo stesso con questo paese. Anche il sindaco, come un dottore, deve rispondere al bisogno di benessere dei suoi cittadini. Ho voluto così dare un seguito al percorso cominciato alcuni anni fa».
«L’amministrazione Chierichetti a fine mandato ha realizzato un bilancio che ricorda ai sestesi tutte le opere realizzate: dal sociale alla sicurezza, dai lavori pubblici ai conti in attivo. Ma l’opera del nostro gruppo parte ancora da più lontano: abbiamo realizzato la piscina che è un’eccellenza del nostro territorio, avviato il social bus, recuperato il Parco Europa, ci siamo impegnati per mantenere sul territorio la scuola di volo dell’Agusta. Proprio sulla continuità si bhasa il mio programma. Il nostro slogan dice "più amore per questa città" ma anche più dialogo: per, con e vicino alla gente».
Quali sono secondo lei le priorità a Sesto oggi?
«Occorre migliorare la comunicazione tra i cittadini e l’amministrazione. Sesto è "democratica" perchè ha un’organizzazione molto vicina alle persone, ci si riunisce nei comitati di quartiere, si discute insieme sui problemi del paese. Ma tutto si può migliorare, dando più valore proprio a quei comitati che raccolgono i bisogni delle persone. Dobbiamo poi affrontare un problema logistico: ci sono 25 associazioni che sono preziosissime per la nostra comunità ma non hanno un luogo stabile dove riunirsi. Sesto oggi conta 11 mila abitanti e quello della mancanza degli spazi è sempre stato un problema».
Come pensa di risolverlo?
«Impegnandomi per portare avanti personalmente il progetto della ex vetreria. Si tratta di un’opera molto importante per il nostro comune che si è però arenata. Ora dobbiamo fare di tutto per affrettare i lavori: il 50 per cento di quell’area è di proprietà del comune. L’obiettivo dell’intervento è quello di ricavare delle zone che potranno essere dedicate alla cultura e alle realtà associative. Un’altra area strategica è quella del circolo sestese, la Marna. Quel luogo è il simbolo di Sesto. Vorrei dare il via a un percorso partecipato per decidere, con i cittadini, a che funzione dedicarlo».
Uno dei punti centrali del vostro programma è la sicurezza. Pensa che a Sesto ci siano dei problemi di questo tipo?
«Ci sono degli episodi che non devono essere sottovalutati ma sono comuni a tutti i paesi della provincia. Di sicuro non c’è un’emergenza sicurezza. Finora abbiamo lavorato in collaborazione con le forze dell’ordine e vogliamo continuare a farlo. Abbiamo sfruttato le nuove tecnologie per videosorvegliare delle aree particolari del paese e vogliamo estendere questo servizio anche alle frazioni. Ma la sicurezza non si fa solo aumentando il controllo. Occorre parlare con le persone e sensibilizzare i cittadini, i giovani in particolare. A questo si accompagna un lavoro specifico dedicato alle presenza degli stranieri sul nostro territorio».
Le amministrazioni precedenti hanno lavorato molto sul tema dell’immigrazione. Lei come pensa di continuare questo percorso?
«L’immigrazione è un fenomeno che esiste da tempo e che sul nostro territorio è molto forte e radicato. La nostra attenzione è rivolta agil immigrati che vivono nella legalità e saremo ostili con chi non lo è. Un cittadino straniero deve rispettare le nostre regole ma noi possiamo rimuovere quelle barriere che rendono più complicata l’integrazione. Il primo ostacolo è il linguaggio. Per questo da anni abbiamo attivato dei corsi di italiano per stranieri che sono molto frequentati e che continueremo a organizzare».
Cosa risponde a chi associa il suo nome alla questione moschea?
«Rispondo che è una polemica inutile. Non ho in programma alcuna moschea: è un dibattito che ha riguardato la vecchia amministrazione. La campagna elettorale deve basarsi sulle proposte, non su una questione chiusa e che io non ho intenzione di riaprire».
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