Luino, le elezioni e gli scenari di governo della città
Dopo l’ipotesi realistica della candidatura di Andrea Pellicini, prende piede la possibilità di un “ticket” col vice sindaco Alessandro Casali
La voce che il sindaco di Luino Andrea Pellicini sia interessato ad una candidatura in prima persona in seno al partito in cui milita da anni – Fratelli d’Italia – , ha messo in fibrillazione la politica locale, e impone una riflessione legata al futuro amministrativo della città.
Il momento, quello delle composizioni delle liste, è sempre un frangente delicato, dove un’indiscrezione in più può bruciare una candidatura e per questo le parole di Pellicini vanno considerate come una conferma, neppure troppo timida, di ciò che accadrà; e su questo sarà davvero una questione di giorni sapere se l’obiettivo è la Camera dei deputati o l’assemblea regionale.
Prima di analizzare le due ipotesi, c’è una considerazione di fondo che emerge dagli ambienti di Palazzo dove, a prescindere dall’una o dall’altra scelta il comun denominatore è uno: evitare il commissariamento dell’ente, che viene ad oggi governato con una maggioranza molto ampia uscita dalle ultime elezioni amministrative, quelle del 2015.
Ora, nel caso di un’elezione di Pellicini alla Camera, la carica di sindaco non decadrebbe e il mandato finirà quindi alla scadenza naturale, nel 2020. Ipotesi faticosa da applicare per questioni di lontananza e impegno politico, ma possibile.
Nel caso, invece, di una vittoria al Pirellone (data come obiettivo più realistico), il sindaco dovrebbe, per rimanere consigliere regionale, dimettersi dalla carica di primo cittadino (che è causa di incompatibilità come stabilito dalla Legge Regionale 2 dicembre 2016, n. 31), e potrebbe profilarsi il “ticket” politico con l’attuale suo vice, Alessandro Casali (nella foto, a sinistra. È in compagnia dell’attuale candidato del Centrodestra in Regione Attilio Fontana, al centro e di Roberto Maroni), traghettatore del Comune non fino a primavera inoltrata – data, cioè, delle prossime elezioni amministrative – bensì fino a maggio 2019.
Questo per via di un meccanismo che impone l’accorpamento alle prime elezioni amministrative nel caso di un’elezione entro la fine del mese di febbraio. L’election day del 4 marzo scongiurerebbe questa evenienza, permettendo quindi lo slittamento delle elezioni a Luino nella prima data utile, appunto fra un anno. Si eviterebbe così la nomina di un commissario prefettizio – deputato alla sola ordinaria amministrazione – consentendo così il passaggio del testimone ad Alessandro Casali, esponente locale della Lega.
Un fatto (e un patto) che salderebbe l’alleanza di Centrodestra retta in Regione dall’accordo Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia unitamente alla “quarta gamba” dei centristi.
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