Baranzini: “Più eventi, spazi e occasioni di incontro. Angera deve rinascere”
Dalla proposta di una mostra nautica alla convinzione della necessità di avere spazi per l'aggregazione sociale. Intervista al candidato di Insieme per Angera
Sogna un salto di qualità per la città, Fausto Baranzini, candidato di Insieme per Angera, la lista sostenuta da Lega e Forza Italia e da una componente civica denominata Angera Indipendente. 74 anni, architetto, oggi in pensione Baranzini si definisce “un uomo concreto”.
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Come è nata la scelta di candidarsi?
«Per quarant’anni ho lavorato come libero professionista e conosco profondamente questo territorio. Ho maturato un’esperienza che mi consente di essere consapevole dei pregi, dei difetti ma anche e soprattutto delle necessità del nostro comune».
Che cosa le piace di Angera e che cosa invece vorrebbe cambiare?
«La bellezza, la posizione e la storia che la contraddistinguono sono uniche. Così come la dimensione, a misura d’uomo. Detto questo mi piacerebbe vederla più viva, con maggiori occasioni di ritrovo per i cittadini ed eventi che richiamino turisti e visitatori. Vorrei insomma che facesse quel passo in avanti che merita e che attende da troppo tempo».
Quali sono le priorità che avete individuato?
«Ritengo il turismo il tema trainante di tutta l’economia locale. Se il turismo cresce crescono anche le attività collegate: i negozi, i locali pubblici, il commercio più in generale. In passato Angera è stata una cittadina con diverse attività artigianali e industriali oggi la sua vocazione non è più quella produttiva. È fondamentale quindi puntare sulla sua più grande ricchezza, ossia il suo splendido lungolago, da tutelare, e il centro storico ad oggi purtroppo dimenticato. Un altro punto su cui da tempo abbiamo acceso i riflettori è l’ospedale. Siamo in contatto diretto con Emanuele Monti, consigliere regionale e presidente della III commissione sanità della Lombardia: abbiamo apprezzato molto la proposta che riguarda il percorso di accompagnamento alla nascita e ci ha assicurato che il pronto soccorso sarà mantenuto allo stato attuale».
Come vorrebbe vedere Angera tra cinque anni?
«Senz’altro in ripresa. Siamo consapevoli che è difficile realizzare, in un solo mandato, tutto quello che si vorrebbe ma abbiamo inserito nel programma alcuni interventi che per noi sono fondamentali: come le opere per le scuole, sia sul piano dell’edilizia che dei servizi e il potenziamento della videosorveglianza. Riteniamo poi necessario analizzare e valorizzare il patrimonio comunale. Sappiamo che il comune è proprietario di diversi immobili ma molti di questi sono da ristrutturare e recuperare. Si è parlato del cinema Roma ma non è l’unico. Vorremmo restituire ai cittadini degli spazi pubblici e ad uso pubblico e fare in modo di non perdere quelli già esistenti. Mi riferisco ad esempio al circolo, oggi purtroppo chiuso. Avere dei luoghi per l’aggregazione sociale è invece fondamentale. Lo stesso discorso vale per le strutture per l’attività sportiva. Abbiamo avviato un dialogo con le associazioni, moltissime, presenti sul territorio e crediamo proprio che ci sia molto su cui lavorare. Sicuramente voglio smentire una voce che circola: non siamo contro la sede per la canottieri ma abbiamo un’idea completamente diversa».
Cosa intende?
«Che la canottieri abbia bisogno di una sede dignitosa è innegabile, a fronte dei grandi risultati raggiunti dai ragazzi con impegno e sacrificio. Abbiamo inserito nel programma la costruzione della nuova sede ma troviamo assolutamente inadeguato il luogo individuato dall’amministrazione per costruirla (l’area a fianco del porto asburgico, ndr). Un nuovo edificio in quell’area andrebbe a deturpare il paesaggio del lungolago che invece va tutelato a maggior ragione perché quell’angolo è particolarmente rilevante perché vicino a due monumenti di interesse storico e artistico, il porto e il santuario della Madonna della Riva e la passeggiata a lago. La sede, a nostro avviso, va pensata dove è naturale che sorga, ossia dove già i ragazzi hanno la loro base, a fianco del campo sportivo».
“Far rinascere Angera” è uno degli slogan del vostro programma: cosa significa in concreto?
«Un esempio: ho degli amici che, ammaliati dalla bellezza del lungolago e del paesaggio, si sono trasferiti qui. Oggi non sono più convinti di quella scelta perché sono scontenti di quanto offerto a livello di servizi e di proposte per la collettività. Noi abbiamo presentato alcune idee riguardo ad eventi non ordinari, con la logica di dare un pretesto ai visitatori per venire ad Angera e ai cittadini per vivere la città. Pensiamo ad esempio al recupero della tradizione della Mostra Zootecnica che si faceva fino ad alcuni decenni fa e che richiamava moltissime persone ma anche a una fiera nautica, che ancora non ha pari sulla sponda lombarda e che potrebbe interessare non solo Angera ma anche tutti i comuni rivieraschi. La nostra scelta di presentarci con una connotazione politica chiara infine è anche un modo per ribadire che abbiamo un canale di collaborazione aperto con la Regione e con i comuni vicini, penso ad esempio ad Arona o a Sesto Calende, sicuramente un valore aggiunto».
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