Regione, la lettera del M5S a Conte per chiedere il commissariamento della sanità
Frediani: “Appare evidente che con l’attuale gestione dell’emergenza in Piemonte i criteri stabiliti dall'Oms per uscire dall'epidemia non sono garantiti”
Di seguito la lettera riguardante l’invito a valutare il commissariamento della sanità piemontese inviata da Francesca Frediani, Capogruppo regionale M5S Piemonte e rivolta a Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri; Roberto Speranza, Ministro della Salute e Stefano Bonaccini, Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.
Gentile Presidente del Consiglio,
con la Delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020 è stato dichiarato lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili. Da allora il susseguirsi degli eventi ha portato al drammatico contesto che conosciamo e che rimarrà nella memoria di tutti noi per il resto delle nostre vite.
La Costituzione individua quale materia esclusiva dello Stato [Art. 117 Comma 2 lettera m)] la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Allo stesso modo sancisce come [Art. 120 Comma 2] “il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni […] nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali.”.
In queste settimane l’attività in Consiglio Regionale sia mia che dei miei colleghi del Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, come anche dei colleghi degli altri gruppi di opposizione, è stata improntata alla massima disponibilità e dialogo. Sin dal principio abbiamo consigliato al Presidente della Regione – Dottor Alberto Cirio – di farsi affiancare per la gestione dell’emergenza sanitaria da persone di grande esperienza e professionalità. Purtroppo siamo stati inascoltati e le cronache di queste settimane sono la testimonianza della grave difficoltà nella quale versa il Piemonte.
La Giunta regionale, per la gestione dell’emergenza epidemiologica Covid-19, ha deciso di dotarsi di una Unità di Crisi nominando in principio, quale Coordinatore, il Dottor Mario Raviolo, successivamente sostituito, in qualità di Commissario Straordinario, dal Dottor Vincenzo Coccolo.
Il coordinatore sanitario, Dottor Flavio Boraso, risulta coinvolto in due indagini della magistratura che riguardano il suo operato nelle aziende sanitarie dove ha prestato la propria opera. Nell’Unità di Crisi sono altresì presenti un ex pm della Procura di Torino ed il sostituto Procuratore Generale di Torino. Ci pare quantomeno inopportuna questa vicinanza tra una persona coinvolta nelle indagini della Procura e magistrati.
Va precisato che in Piemonte le elezioni si sono tenute nel mese di maggio 2019 e l’organizzazione degli assessorati, in particolare di quello della Sanità, ha una difficoltà organizzativa dovuta alla mancanza di diversi ruoli apicali e che ha visto la nomina del Direttore Generale solo nel dicembre del 2019. Si tratta del Dottor Fabio Aimar 43 enne docente universitario a contratto, commercialista, revisore, dottore di ricerca, quindi dirigente dal 2011 presso le Asl Cuneo 2 e Cuneo 1 e dunque senza una particolare esperienza in ruoli di direzione generale di Aziende sanitarie e/o di Assessorato. In proposito si ricorda come la Regione Piemonte coordini la Commissione Salute in Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e dunque dovrebbe svolgere un ruolo di collante nonché di trasferimento delle buone pratiche in materia di tutela della salute.
In data 21 marzo l’Ordine dei Medici del Piemonte aveva inviato una dettagliata lettera al Governo dove chiedeva di intervenire con urgenza a supporto della regione per permettere di affrontare l’epidemia da Covid-19 che nelle città della Regione prosegue il suo diffondersi con valori esponenziali. Tra le richieste si segnalano criticità ancora oggi solo parzialmente risolte come l’effettuazione dei tamponi per la diagnosi precoce dell’infezione a carico degli operatori sanitari e socio-sanitari dotandoli dei necessari dispositivi di protezione individuale.
In data 25 marzo il Ministero della salute ha emanato gli Aggiornamenti delle Linee di indirizzo organizzative dei servizi ospedalieri e territoriali in corso di emergenza Covid-19. In Piemonte, rispetto alla presa in carico dei pazienti Covid-19, risulta:
– carente l’istituzione delle Unità speciali di continuità assistenziale (USCA) non solo rispetto al numero, ma anche riguardo la dotazione degli operatori necessaria (Art. 8 Decreto Legge 9 marzo 2020 n.14);
– non attivato di fatto il contenimento del contagio attraverso la gestione per coorti presso strutture residenziali e/o alberghiere (Art. 4 Decreto Legge 17 marzo 2020 n. 18);
– in controtendenza con le misure previste rispetto alle Residenze Sanitarie Assistite (RSA). Gli aggiornamenti ministeriali prevedono come sia “necessario identificare prioritariamente strutture residenziali assistenziali dedicate ove trasferire i pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero, per evitare il diffondersi del contagio e potenziare il relativo setting assistenziale.”. La Giunta regionale – a distanza di due settimane dalla sua approvazione – pubblica la DGR n. 14-1150 “misure emergenziali per far fronte all’epidemia Covid-19. Modalità di attivazione di posti letto in RSA autorizzate o accreditate. Integrazione alla DGR n. 12-1124 del 13 marzo 2020” nella quale si dispone che le ASL potranno reperire, nella RSA autorizzate ex art. 8 ter del G.Lgs 502/92 e s.m.i., posti letto dedicati a pazienti Covid-19 positivi.
Sono di questi giorni le dichiarazioni del Presidente del Comitato Tecnico Scientifico del Piemonte – Dottor Roberto Testi – dell’impossibilità della presa in carico di diversi pazienti segnalati nei giorni scorsi dai Medici di Medicina Generale ai Servizi di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) in quanto “la casella dedicata alle segnalazioni, stante l’imponente afflusso, si riempiva frequentemente e non era quindi in grado di registrare le comunicazioni”.
L’organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato sei criteri necessari per uscire dalla fase di contenimento della pandemia di Covid-19 e avviarsi verso la riapertura.
Essi sono:
1. la trasmissione del contagio deve essere controllata;
2. le capacità del sistema sanitario devono essere in grado di rilevare, testare, isolare e trattare ogni caso e rintracciare ogni contatto;
3. i rischi di epidemia devono essere ridotti al minimo in contesti speciali quali le strutture sanitarie e le case di cura;
4. vanno messe in atto misure preventive nei luoghi di lavoro, nelle scuole e in altri luoghi in cui è essenziale che le persone vadano;
5. i rischi di importazione di contagio devono essere gestiti;
6. le comunità devono essere pienamente istruite, impegnate e autorizzate ad adeguarsi alla nuova norma.
Appare evidente che con l’attuale gestione dell’emergenza sanitaria in Piemonte questi aspetti non sono garantiti oggi e non lo potranno essere in futuro.
Per tutti i motivi che ho rappresentato in questa mia lettera le chiedo l’applicazione dell’articolo 120 della nostra Costituzione nonché della Legge 5 giugno 2003, n. 131 – Disposizioni per l’adeguamento dell’ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, in merito alla gestione dell’organizzazione sanitaria in Piemonte. Ho deciso di avanzare questa richiesta in rispetto delle funzioni di controllo sul lavoro dell’esecutivo regionale nonché per senso del dovere nei confronti dei cittadini non solo del Piemonte bensì dell’intero paese. Come ha detto Lei nel suo discorso alla Camera dei Deputati il 26 marzo scorso “questa è una battaglia che si vince tutti insieme o altrimenti a perdere saremo tutti”.
Torino 17 aprile 2020
Francesca Frediani, Consigliere regionale del Piemonte
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