Da bambino vedevo i contrabbandieri passare davanti a casa
Grazie alle testimonianze di chi visse negli anni del contrabbando fra Italia e Svizzera, la serata letteraria al circolo di Graglio si è trasformata in un successo. Tante le riflessioni anche sull'attualità dei problemi del lavoro
Fra ricerca storica e testimonianze dirette, fra aneddoti passati e riflessioni sull’attualità del precariato del lavoro, la serata letteraria al circolo di Graglio si è trasformata in una carrellata di parole, capaci di emozionare e catturare l’attenzione di tutti.
Venerdì 11 agosto, grazie a Spi Cgil Lombardia, promotore e dell’incontro insieme all’associazione Solidarietà Onlus di Maccagno, il pubblico partecipante ha potuto trascorrere qualche ora diversa rispetto al consueto ozio vacanziero e, soprattutto, iniziare a rivolgere uno sguardo più attento alle montagne che abbracciano la valle.
Occasione per queste riflessioni, la presentazione del libro “Novecento di contrabbando“, opera a cura di Roberto Cairoli e Fabio Cani, raccontato da Angelo Castiglioni, di Spi Cgil Lombardia, dal sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca Fabio Passera e la giornalista Erica Ardenti, curatrice della collana “Testimonianze”. Per moderare l’incontro, era presente Santina Buscemi, giornalista di VareseNews.
La serata, grazie al contributo di Ardenti e alle letture fatte da Tina Montini, ha permesso la ricostruzione dei diversi tipi di contrabbando che hanno contraddistinto la storia, dai momenti in cui l’azione fu una risposta alla povertà o alle persecuzioni politico-razziali, al mero desiderio di arricchimento e smercio di sigarette illegali, in altri. Diverse sfaccettature di un fenomeno che ha caratterizzato le zone di frontiera e quindi anche la val Veddasca.
“Perché si possa parlare di contrabbando sono necessari tre soggetti: i contrabbandieri, lo Stato Italiano e quello Elvetico” si spiega nel libro: grazie alla serata letteraria, la linea di confine che dista pochi chilometri di tornanti dal borgo di Graglio ha così assunto, per l’eterogeneo pubblico presente, nuove connotazioni.
Ad attualizzare le riflessioni ci ha pensato il sindaco Fabio Passera, che ha rivolto lo sguardo alle condizioni che decenni fa spinsero tante persone a scegliere questa attività: quel precariato lavorativo e l’assenza di tutele legali, che anche oggi, seppur con forme diverse (rider, contratti sottopagati, assenza di controlli verso chi sfrutta i lavoratori stagionali nei campi, ad esempio) caratterizza la nostra società. «Ben vengano serate come queste, che permettono a tutti noi di destarci dall’ozio delle vacanze e di fermarci a riflettere sulla storia del luogo in cui ci troviamo, ma anche su ciò che avviene anche oggi» ha chiosato il Primo Cittadino.
La serata a Graglio ha poi avuto il privilegio di essere arricchita da due testimonianze dirette sull’argomento: due residenti in valle, la gragliese Assunta – Cicci – Sartorio e Sandro Sartorio di Cadero hanno aperto il cuore ai ricordi di ciò che videro da bambini. Fra particolari sul comportamento delle Guardie di confine e il racconto di ciò che avveniva nelle loro famiglie, anche il dettaglio di un “gioco” che caratterizzò la loro infanzia in quei momenti.
«Giocavamo a contare le donne che, in tarda sera, iniziavano a camminare verso la cima della montagna: vedere loro, che si dedicavano al contrabbando era normale per noi bambini» hanno svelato i due protagonisti, mostrando come il fenomeno fosse radicato così tanto da entrare nell’immaginario e nei giochi dell’infanzia.
Serata riuscita, dunque: se il sindacato dei Pensionati della Cgil sta impegnandosi in questa diffusione di opere e ricerche storiche con lo scopo di “Mantenere la memoria” – come spiegato da Castiglioni -con la serata al circolo di Graglio può dire davvero di esserci riuscito.
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