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Vannacci a Varese, sala gremita per il suo attacco frontale: “Von der Leyen? Sembra viva”

Sala Lyceum gremita per l’eurodeputato. Tra battute, provocazioni e affondi contro media, pacifismo e Unione Europea

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Varese mercoledì sera è stata inondata da una “bomba d’acqua” e da un “fiume di parole” pronunciate dal generale Roberto Vannacci intervistato dal direttore della Prealpina Silvestro Pascarella con la sala Lyceum al completo. Un incontro che fa parte della rassegna “Tink and Talk” organizzata dalla rivista “Living is life”.

L’eurodeputato per scaldare il pubblico ha esordito dicendo che nel giorno dedicato a San Giorgio si sarebbe ispirato al santo guerriero. «Combatte per una guerra giusta – ha sottolineato Vannacci -. Avete presente la sua raffigurazione? Il drago infilzato dalla sua lancia assomiglia al commissario Ursula Von der Leyen. La prima volta che l’ho vista mi son detto: “Caspita sembra quasi viva”».
A proposito del suo rapporto con la Lega, Vannacci ha precisato di non voler fondare l’ennesimo partito personale perché ne sono stati fondati troppi negli ultimi anni, almeno 50, quasi tutti fallimentari. «Avete visto cosa è successo a Santoro? Avete mai sentito parlare del suo partito “Pace Terra e Dignità? Gli è venuta la pappagorgia per il suo lavoro. Io non voglio finire così».
Il suo partito, la Lega, se lo tiene ben stretto. Gli serve, se vuole rimanere eurodeputato. «È uno strumento per raggiungere l’obiettivo: in questo momento rappresenta i miei valori a partire dalla famiglia fino all’identità». Esclude di voler «vannaccizzare» il partito di Salvini: «Accanto alla Lega c’è la mia associazione “Il mondo al contrario”» che è anche il titolo del suo libro, oltre 500mila copie vendute.

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Vannacci non ha dismesso per un solo attimo i panni di San Giorgio continuando a infilzare a parole i suoi presunti nemici, a cominciare dai giornalisti di “Repubblica”, che ha ringraziato ironicamente per i titoli ( “Il generale che crede di essere l’erede di Giulio Cesare”), e del “Corriere della Sera” per finire con quelli di “La7″ che «con i loro articoli hanno aperto la strada al successo del libro». Un testo che gli è costato sei denunce. «Tutte archiviate – ha precisato il generale -. E ancora qualcuno pensa che ci sono stati 560mila poveracci che mi hanno dato il voto».

L’eurodeputato ha fatto l’elogio dell’Italia «che ci ha resi unici nel mondo. Peccato che ce lo siamo scordato». E quando si è trattato di entrare nelle questioni geopolitiche, Vannacci ha tirato fuori i ferri del mestiere, specificando che a lui la «guerra fa schifo» anche se ha passato 37 anni della sua vita con un fucile in mano. Detto questo rifiuta «il pacifismo ideologico perché è utopisitico, mentre la guerra è un fatto umano».
Comunque è sempre Ursula Von der Leyen il suo bersaglio preferito. Vannacci ha ricordato che proprio oggi San Giorgio è stato sostituito dalla commissione giuridica del Parlamento europeo che ha bocciato all’unanimità la decisione del commissario di scavalcare l’Eurocamera per far approvare il suo piano di riarmo europeo (ReArm Eu) da 800 miliardi di euro: «Lo aveva fatto passare con la giustificazione dell’emergenza. Ma qualcuno di voi ha visto i Cosacchi sull’Olona?».
Quando gli è stato chiesto di esprimere un giudizio su Putin, Zelensky e Trump, Vannacci ha deciso di iniziare dal leader russo. «È un capo di Stato che ha il sostegno del suo popolo, un sostegno palpabile per chi è stato in Russia. Siete mai stati a Mosca? Si può camminare tranquillamente. È una città sicura».
Una città sicura. Non la penserebbe così Anna Politkovskaja giornalista scomoda uccisa con quattro colpi di pistola, di cui uno alla testa, nell’ascensore del suo palazzo a Mosca il 7 ottobre 2006.

Pubblicato il 23 Aprile 2025
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