Quando il diritto di cura diviene un’avventura
La cronaca di un grave malore che da Angera deve essere curato a Gravedona. L'opinione: "Non accadeva quando negli ospedali, i posti letto non erano ridotti all’osso"
Carlo Broggini, uno dei papà degli Amici di Medjugorie, l’onlus che è uno degli storici riferimenti dei fedeli della Vergine dei Balcani, è ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale di Gravedona.
Broggini è finito nella struttura dell’Alto Lario ore dopo che all’ospedale di Angera gli era stata riscontrata una emorragia cerebrale, patologia che richiede un rapidissimo intervento chirurgico. Il trasporto dell’ammalato è avvenuto in elicottero, i neurochirurghi di Gravedona, si sono trovati di fronte a una situazione difficilissima e a lungo hanno tentato di porvi rimedio. (immagine di repertorio)
Carlo Broggini risiede con la moglie a Mercallo, quando si è sentito male c’è stata l’indicazione del ricovero e ci si è rivolti a Varese. Gli addetti del 112 hanno imposto Angera, ospedale di riferimento per chi abita a Mercallo.
Gli esami hanno rivelato una emorragia in atto che richiedeva l’immediato intervento chirurgico. Nessun posto letto libero nelle neurochirurgie della zona se non a Gravedona: una ricerca e una richiesta angosciose perché si sapeva che il fattore tempo era determinante; si è dovuto attendere anche perché l’organizzazione del volo notturno è stata complessa.
E’ accaduto nella migliore sanità nazionale, orgoglio formigoniano.
Non accadeva quando negli ospedali, soprattutto nei loro reparti di eccellenza come era la nostra neurochirurgia, i posti letto non erano ridotti all’osso per raggiungere assurdi miti di bilancio o perché si doveva cedere spazi all’Università. Non accadeva quando il diritto alla cura non era un’avventura a volte dal finale tragico.
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