“Non chiudete l’ostetricia”: la richiesta della Regione fa felice l’ospedale
Il Presidente Maroni ha chiesto una deroga alla norma del Ministero che riguarda i reparti con meno di 500 nascite. Soddisfatto il primario: «La nostra sicurezza è garantita»
Il punto nascita di Angera non chiuderà. Almeno è quello che ha chiesto Regione Lombardia lo scorso 29 febbraio con una formale domanda di deroga inviata al Ministero della Salute alla misura che impone la chiusura dei punti nascita sotto i 500 parti.
Lo stesso Presidente Roberto Maroni, rispondendo a una domanda esplicita del sindaco di Angera Molgora, ha affermato «L’ospedale di Angera è una delle otto strutture su nove per cui abbiamo chiesto una deroga al ministro. Siamo convinti che il punto nascite, seppur sotto le cinquecento nascite, rappresenti un importante punto di riferimento per il territorio. È stata una valutazione attenta perché dobbiamo comunque garantire un livello di assistenza sicuro per le mamme che sceglieranno di partorire lì. Ora aspettiamo fiduciosi la risposta del ministro Lorenzin».
La richiesta della Regione è stata accolta con favore dal primario della ginecologia e ostetricia dell’Ondoli Antonio Gabriele: « È una bella notizia. Ora la direzione dell’ASST deve inviare a Milano tutti i dati relativi all’attività del punto nascita, con le dotazioni e le garanzie di sicurezza. Poi attenderemo la risposta del Ministro»
L’ostetricia dell’Ondoli è punto di riferimento per le donne della zona ma anche di una parte del Piemonte che si affaccia sul Maggiore: « Lo scorso anno abbiamo avuto 434 parti e l’anno prima 453. Il calo demografico che si registra in Italia, nel nostro ospedale è sicuramente più evidente. Siamo sulla stessa linea degli altri punti nascita ma per noi, 10 parti in più o in meno hanno un valore diverso. La vera questione, però, è la qualità del servizio perché ad Angera gli standard di sicurezza sono comunque elevati. Non credo che si possa ridurre tutto ai numeri: all’Ondoli abbiamo un servizio molto apprezzato perché basato su un rapporto umano stretto, l’ambiente è raccolto e abbiamo tutti i servizi previsti, in una dimensione più contenuta».
Quindi sicurezza garantita?: « L’abbiamo sempre fatto e, se ci lasceranno lavorare con l’attuale tranquillità, continueremo anche in futuro».
Gli altri otto punti nascita per i quali Maroni ha chiesto la deroga, sono: Chiavenna (SO- con 210 nascite annuali), Sondalo (SO – con 291), Gravedona (CO – 328), Casalmaggiore (CR, 410) Piario (BG – 424), Vigevano (PV – 427), Broni-Stradella (PV – 457), Iseo (BS – 476).
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