Potenziata l’assistenza sanitaria per i turisti. Ma non nel Varesotto
Da oltre 15 anni il servizio non viene attivato nelle località più battute dai turisti. L'Ats Insubria spiega che in provincia sono sufficienti i medici di medicina generale e il pronto soccorso
Diciannove mila ore in più per assistere i turisti. È il carico di lavoro previsto da Regione Lombardia per l’assistenza sanitaria turistica, decisa per potenziare la normale offerta di assistenza data da medici di medicina sanitaria e guardie mediche. Sono 111 le località che beneficeranno di questo potenziamento, scelte tra le mete turistiche lombarde.
I medici, oltre a eseguire le visite ambulatoriali e domiciliari e gli interventi di pronto soccorso, rilasciano prescrizioni farmaceutiche, richiedono indagini specialistiche, formulano proposte di ricovero e rilascia certificati di malattia.
Tra le province che ne beneficiano ci sono Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Pavia, Monza e Brianza e Sondrio. Dalla lista manca ancora, dopo oltre 15 anni di assenza, la provincia di Varese con le sue località lacustri o montane.
« In tutti questi anni non si sono mai riscontrati problemi – fanno sapere dall’ATS Insubria – l’assistenza extra per viaggiatori e turisti stanziali o di passaggio viene assicurata dai medici di medicina generale nei propri ambulatori o dal pronto soccorso. Ogni prestazione è gratuita perché è rimborsata dal sistema sanitario nazionale»
Il servizio di assistenza sanitaria ai turisti è fermo dal 2000. La decisione di chiuderlo venne presa perché nessuno si era presentato al bando specifico. L’allora responsabile del Dipartimento ai servizi sanitari Lucas Maria Gutierrez ( attuale direttore sociale) spiegò la decisione così: « La Guardia Turistica era un servizio diurno rivolto, appunto, agli stranieri che raggiungevano le rive del Lago Maggiore quando il nostro Servizio Sanitario non prevedeva alcuna assistenza per i forestieri. In effetti oggi, alla luce degli accordi sulla libera circolazione e sicurezza sociale nell’Unione Europea, tale servizio avrebbe un’importanza minore perché ogni prestazione viene comunque garantita da tutte le strutture sanitarie».
Senza una motivazione giuridica e vista la scarsa attrattività di un incarico limitato nel tempo, solo luglio e agosto, e localizzata in zone periferiche come l’alto lago Maggiore, il servizio venne archiviato.
Varese, dunque, ha risolto all’interno del sistema sanitario regionale la questione dell’assistenza ai turisti. Per altre 111 località lombarde, invece, la necessità di avere una figura speciale rimane.
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