Ortopedia nel Verbano: “Cambiamenti causati da mancanza medici”
Intervista al dottor Carlo Montoli, da tempo primario della specialità nei due ospedali di Cittiglio e Luino, sulla “ristrutturazione” dell’ ortopedia negli ospedali del Verbano
Obiezioni e polemiche sono di attualità a ogni annuncio di riforme sanitarie, così è stato anche per la “ristrutturazione” dell’ ortopedia negli ospedali del Verbano tanto che a farne le spese è stata la puntualizzazione di alcuni aspetti del servizio che sarà offerto agli abitanti del territorio. Cittiglio e Luino hanno nei loro due ospedali riferimenti storici per la tutela della salute.
Poteva aiutarci nella comprensione chiara della piccola rivoluzione del Verbano il dott.Carlo Montoli, da tempo primario della specialità nei due ospedali. Glielo abbiamo chiesto felici di stanarlo da quella riservatezza che lo ha contraddistinto in tanti anni.
Figlio di uno dei medici più amati di Varese, ha fatto strada grazie a una professionalità eccellente, fatta di scienza e di umanità,che lo ha portato anche a traguardi nazionali della grande famiglia degli ortopedici: Montoli jr è difatti vicepresidente della Società Italiana della Caviglia e del Piede ed avrà l’onore di organizzare a Varese nel 2018 il prossimo congresso nazionale della Società.
Dottor Montoli, può innanzitutto ricordarci come erano strutturati i reparti dei due ospedali prima dell’avvio odierno della riforma?
Fino a 15 giorni fa erano due reparti di 10 posti letto. Da diversi anni, già prima del mio arrivo, si era scelta Cittiglio per l’esecuzione di interventi di traumatologia mentre a Luino, in un regime di “Week Surgery”, venivano eseguiti in maggioranza interventi in elezione di ortopedia (protesi, interventi su piede, ginocchio, spalla etc) non trascurando però buona parte della traumatologia locale.
E poi? Che cosa ha portato alla riforma attuale che trasferisce tutta l’attività chirurgica a Luino?
È successo quello che purtroppo accadrà in tutti i presidi periferici per specialità come l’ortopedia: mancano i medici.
L’ortopedia non è più una specialità richiesta : troppa fatica, troppo stress e, ahimè, troppi rischi medico-legali. Un dato pubblicato dal Ministero della Salute settimana scorsa fa riflettere: l’ortopedia è solo 13° nella classifica di appetibilità dei neo-laureati in Medicina e Chirurgia. Nella mia Unità Operativa sono andati via due medici: uno per pensionamento e l’altro per trasferimento all’’ospedale di Milano dove era cresciuto, l’Istituto Gaetano Pini. Con due medici in meno è impossibile la gestione di due sedi. Con un medico in meno si riesce a malapena con sacrifici importanti e ringrazio i miei collaboratori per gli sforzi fatti nei mesi per garantire sempre efficienza al servizio. Tutto questo a prezzo di un accumulo spropositato di ferie arretrate che devono poi essere effettuate prima del pensionamento.
A monte della scelta dei vertici della sanità ci sono obiettive difficoltà dell’organizzazione del servizio.
Con due medici in meno è matematicamente impossibile soddisfare le esigenze. Il problema è la carenza di medici, non ce ne sono: avevo personalmente contattato due colleghi, amici di vecchia data. Uno ha declinato l’offerta, l’altro mi ha manifestato ancora la sua disponibilità ma ci sono problemi connessi a una mobilità extra-regione che non garantiscono tempi brevi per il suo eventuale arrivo. La scelta presa dall’Azienda di concentare l’ortopedia in una sede unica mi sembra di buon senso, considerata la situazione.
Cittiglio e Luino come accoglieranno adesso chi ha bisogno di essere curato da voi?
È importante che la gente sappia che a Cittiglio non sarà più presente o reperibile l’ortopedico 24 ore su 24.
Ho provvisoriamente mantenuto un turno di presenza di un ortopedico tra le 10 e le 18 nei giorni feriali per valutare i pazienti presentatisi in altri orari in Pronto Soccorso in codice verde – costituiscono circa l’80% degli accessi- e per proseguire i controlli ambulatoriali. Questo sicuramente avverrà fino a fine anno con buone possibilità di poter proseguire anche nel 2017.
Ovviamente il 118 non trasporterà più pazienti traumatizzati a Cittiglio, ma si recherà, in base alla gravità, a Luino o a Varese.
E il fine settimana”
Al sabato e alla domenica non ci sarà alcun ortopedico a Cittiglio, ma chi ha bisogno di cure dovrà recarsi a Luino dove è presente un medico con turno di presenza 8-16 e reperibilità per 24 ore. In sala operatoria a Cittiglio verranno eseguiti ancora solo interventi in Day Surgery di chirurgia della mano e del piede eseguiti da ortopedici sia di Varese sia del mio gruppo di Luino.
La disponibilità di posti letto sarà comunque adeguata alle esigenze del territorio?
Sono stati garantiti 15 posti letto. Direi che se Busto Arsizio viaggia sui 22 e Varese, diventato“Trauma Center regionale” sui 24 posti letto, possiamo ritenere il numero adeguato per il Verbano.
Ci sono particolari preoccupazioni da parte degli operatori sanitari di Cittiglio?
È evidente che qualsiasi modifica dello status quo crei preoccupazione, ma credo che l’Azienda abbia dato sufficienti rassicurazioni puntando molto sul Polo Materno Infantile .
Come lei ha accolto la reazione dei sindaci davanti alle scelte della Regione?
Mi sarei stupito del contrario. I politici devono rappresentare i cittadini con le loro esigenze. La salute è una priorità. E’ l’esigenza primaria.
Anni or sono Cittiglio e Luino potevano avere un unico grande ospedale, lo rifiutarono:oggi la riforma si richiama in parte a quella scelta regionale che venne respinta.
Di quella scelta ho solo sentito parlare. Anche a me è sembrato un errore colossale. Sarebbero stati opportuni un unico ospedale ed una serie di infrastrutture che consentissero un rapido collegamento tra il nord ed il sud della Valcuvia con la nuova sede. Si è fatta una scelta diversa e purtroppo le infrastrutture mancanti creano ora difficoltà di spostamento. Se penso che gli ospedali di Luino e Cittiglio distano 19 chilometri ma che in auto tra semafori, rotonde etc ci si impiega almeno mezz’ora, beh, non posso che rimpiangere l’occasione sprecata.
Che cosa la rammarica di questo odierno cambiamento?
Mi dispiace tantissimo per il “mio” personale infermieristico di Cittiglio. Ha sempre avuto uno spirito di gruppo eccezionale: la “Trauma” era una vera squadra. I presidi periferici hanno mantenuto quel rapporto umano con il paziente che ormai nei grossi ospedali si va perdendo. Così come a Luino, ci si sente un po’ come in famiglia.
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