Focolaio alla Menotti-Bassani: 5 decessi e 26 contagiati
A comunicare la situazione è il direttore generale Giovanni Bianchi che chiede personale per affrontare la situazione ma anche l'isolamento di centocinquanta dipendenti
Il direttore generale Giovanni Bianchi questa mattina ha inoltrato una lettera indirizzata alla ATS e a diversi enti dal titolo “Urlo di dolore e supplica”. Nel giro di pochi giorni infatti, la situazione della Fondazione Menotti Bassani si è aggravata e nella giornata di ieri si sono contati 5 decessi riconducibili al Coronavirus, 26 contagiati accertati, oltre a diversi casi sintomatici sparsi.
«Bisogna intervenire subito», sottolinea Bianchi che sta pensando ad un piano per isolare la struttura e il suo personale, per evitare che il contagio si propaghi sul territorio.
I primi segnali di un possibile focolaio si sono avuti circa una settimana fa, quando il direttore ha inoltrato un comunicato dove spiegava che “nei giorni 1 e 2 aprile due figure sanitarie del terzo piano della residenza hanno comunicato positività al CODIV-19”. Da quel momento il reparto è stato isolato e dal lunedì successivo sono stati fatti i primi tamponi. Ieri si sono registrati i primi decessi e un numero sempre più elevato di anziani contagiati.
«Stiamo continuano a fare i tamponi sia ai pazienti che al personale medico: oggi ne verrano effettuati altri quaranta, venti e venti». La struttura ha un totale di 288 posti accreditati: «La maggior parte dei contagi sono nella residenza Bassani, qui la situazione è più complessa, ma iniziano a verificarsi casi anche nell’altra (la casa di riposo è formata da diversi edifici comunicanti ndr). Fin dall’inizio di marzo abbiamo isolato il più possibile le strutture, sospeso animazione, fisioterapia e tutto ciò che poteva servire. Appena abbiamo saputo dei primi contagi abbiamo isolato il piano dagli altri, ma non è servito. Inoltre, dall’inizio dell’emergenza abbiamo usato e richiesto i dispositivi per la protezione individuale dei dipendenti».
Per affrontare l’emergenza, la struttura ha contatto un virologo e si sta organizzando per isolare anche il personale che lavora nei piani, anche con l’aiuto dell’amministrazione comunale. «Si tratta di circa centocinquanta persone (i dipendenti della struttura in totale sono circa il doppio, non tutti sono impiegati nei piani ndr) e vorremmo trovare loro una sistemazione così che non tornino nelle loro abitazioni». In sostanza che restino in quarantena: «Con l’aiuto della Protezione Civile abbiamo allestito delle sale all’interno della struttura così che il personale si possa fermare a dormire, sono circa trenta brande. Con l’aiuto del comune stiamo cercando alberghi che possano ospitare gli altri dipendenti».
Il direttore generale inoltre, chiede 5 medici per suddividere il lavoro tra i piani, 12 infermieri, oltre a 7.000 mascherine FFP2 e 3.000 camici protettivi. «Non avrei mai pensato di vivere una situazione così. La nostra intenzione è quella di tenere informati il più possibile i parenti su quanto accade e sulla salute degli ospiti, stiamo facendo il possibile ma non è facile. Il nostro personale sta facendo turni aberranti».
La situazione della Fondazione Menotti Bassani è stata trattata anche dal sindaco Ercole Ielmini nel video pubblicato ieri sulla sua pagina Facebook del comune. Nel video, indirizzato ai cittadini, il sindaco spiega che l’amministrazione sta collaborando per risolvere i problemi che ci sono all’interno della casa di riposo. Inoltre, sottolinea che all’interno del territorio comunale, si contano 16 persone positive che non rientrano tra quelle residenti nella casa di riposo.
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