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Al pronto soccorso rimangono i doppi percorsi per pazienti sospetti e non sospetti Covid

Il reparto dell'ospedale varesino mantiene il "pretriage" che filtra gli accessi. A tutti vengono forniti guanti e mascherine e misurata la temperatura

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Sta tornando lentamente all’attività “normale” il pronto soccorso di Varese. Punto di riferimento in caso di malore o incidenti.

Questa mattina alle ore 10 c’erano 26 pazienti di area medica in visita ( di cui 15 in codice giallo) e 8 di area traumatologica ( 5 codici gialli). I pazienti in attesa erano 7 di area medica e 4 per traumi con tempi d’attesa tra l’ora e mezza per la parte ortopedica e le due ore per quella internistica.

L’arrivo al pronto soccorso di Varese ( così come negli altri dell’Asst Sette Laghi) inizia con un “pre triage” dove c’è un infermiere “flussista” che raccoglie dati anamnestici e misura la temperatura con uno strumento esterno ad hoc.
In base alla scheda indirizza i pazienti verso due sale d’attesa separate: in quelle a destra si va nell’accoglienza “potenzialmente covid” mentre in quella a sinistra ( la sala triage storica) sono indirizzate le altre sintomatologie . A tutti i pazienti vengono forniti guanti e mascherina.

Chi accede alla sala “storica”, non viene sottoposto a tampone perchè le problematiche sono differenti da quelle legate alla pandemia. L’attività si svolge come sempre ,con le visite begli studi medici a cui seguono le dimissioni o il ricovero.
Solo in quest’ultimo caso scatta la procedura dell’indagine con il tampone, test che viene invece effettuato immediatamente per i pazienti che vengono accolti nell’area “potenzialmente covid”.

La presa in carico da parte del personale avviene in attesa di conoscere l’esito del tampone ( circa sei ore): solo quel punto il paziente verrà indirizzato al reparto previsto oppure all’area di degenza rimasta al terzo piano come hub covid aziendale. « I tamponi vengono fatti solo ai pazienti con indicazione al ricovero, come da indicazione regionale – spiega il responsabile del PS il professor Walter Ageno – La tutela dei pazienti avviene misurando la temperatura all’ingresso, separando completamente i sospetti dai non sospetti e facendo tenere a tutti la mascherina e i guanti».

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Pubblicato il 01 Giugno 2020
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